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Invalidità: "Mio padre moribondo da Nicosia a Enna per visita medica"

Miritello racconta l’odissea vissuta dal padre dopo la soppressione della Commissione medica dell’Inps per l’invalidità

ENNA. Tanti i disagi per la soppressione della Commissione medica dell’Inps in città, a partire da luglio scorso. Antonio Miritello racconta una «sconcertante vicenda» accaduta al padre, «un caso di malasanità sui cui riflettere».

Carmelo Miritello era nato il 20 settembre 1928 in città dove è morto il 15 settembre scorso, il giorno dopo una trasferta ad Enna per sottoporsi alla visita della Commissione medica dell’Inps. «Da luglio scorso, a seguito di varie patologie, mio padre - dice Antonio Miritello - è rimasto allettato con immobilità assoluta».

Il 22 luglio, per chiedere l'accertamento sanitario per invalidità civile, il medico curante Giovanni Lo Sauro trasmette, all'Inps di Enna, il certificato medico che attesta le condizioni del signor Carmelo. Dopo 2 giorni, con il patronato Inac di Enna, viene inoltrata all'Inps ennese domanda di invalidità civile. La visita è fissata per il 14 settembre.

Carmelo Miritello, nonostante le pessime condizioni di salute, per essere visitato deve andare a Enna.
Il 27 luglio Carmelo Miritello, le cui condizioni si sono aggravate, è ricoverato, fino all’8 agosto, all'ospedale Basilotta di Nicosia. «All’uscita dall’ospedale - spiega il figlio - tenuto conto della necessità di mio padre di avere un'adeguata e continua assistenza, di giorno e di notte, lo abbiamo affidato alle cure della casa famiglia La Genziana di Nicosia». Il 7 settembre Lo Sauro trasmette all'Inps di Enna un certificato che attesta il rischio di spostare il paziente.

«Il 9 settembre - continua il figlio - ho trasmesso anche via fax all'Inps di Enna lo stesso certificato, poco dopo una signora mi ha telefonato chiedendomi come mai avessi reinviato il certificato e mi ha comunicato che la richiesta di visita domiciliare era stata respinta. Ho riferito delle condizioni di mio padre e la signora mi ha consigliato di fare un altro certificato medico e spedirlo via fax. Cosa che ho fatto nel giro di un paio d’ore».

Il certificato viene inviato con una lettera di accompagnamento in cui si legge: «il paziente attualmente risulta immobile, allettato ed abbisognevole di continue flebo giornaliere». Il 14 settembre, in assenza di notizie da parte dell’Inps, Carmelo Miritello è accompagnato in ambulanza ad Enna. «i lascio immaginare le condizioni in cui mio padre è arrivato prima ad Enna e poi a Nicosia. La cosa più sconcertante è che ad un paio d’ore da quando mio padre aveva effettuato la visita ad Enna, l’Inps mi ha comunicato telefonicamente che un medico sarebbe venuto a Nicosia, per la visita domiciliare. Il 15 settembre mio padre è morto».

Non accusa nessuno, Antonio Miritello, ma racconta la sua storia «affinché ognuno si faccia un’idea dello stato della sanità ennese. Perché - si chiede - un cittadino normale, come mio padre che ha rispettato la legge, pagato le tasse, che confidava in chi avrebbe dovuto prendersi cura di lui ha dovuto subire, un giorno prima della morte, il cattivo funzionamento del sistema sanitario. Solo per rispettare protocolli che non vedono il cittadino, il paziente, il malato prima di tutto come un essere umano».

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