ENNA. «Chiederemo un risarcimento danni da un milione di euro. La mia cliente ha rischiato di essere l'ennesima vittima di un femminicidio». Lo ha annunciato l'avvocato Gianpiero Cortese, ieri, a pochi giorni dalla costituzione di parte civile al processo a carico di Giovanni C., il ventiquattrenne che il 21 aprile scorso avrebbe tentato di uccidere la sua ex fidanzata a Enna bassa. Cortese difende la ragazza. L'imputato invece è assistito dall'avvocato Luigi Ticino. La difesa ha chiesto un rito abbreviato condizionato all'audizione di un testimone, la mamma del giovane, presente in casa quel giorno. La ragazza si costituirà parte civile, come annunciato dall'avvocato Cortese.
Per l'imputato, la Procura ha chiesto il giudizio immediato. Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori, alla luce del racconto della vittima, lei era andata a casa del suo ex per riprendere alcuni effetti personali, dopo la fine della loro relazione. Una volta giunta qui, però, sarebbe stata aggredita. Lui avrebbe cercato di accoltellarla e di strangolarla. Il rito immediato, si ricorda, è una procedura che un organo requirente può intraprendere se è convinto dell'evidenza delle prove.
Secondo la polizia, e ne è convinto pure il sostituto procuratore Francesco Rio, l'imputato aveva l'intenzione di uccidere la ragazza. La difesa invece lo ha contestato sin dall'inizio, ma si conoscerà solo giovedì prossimo quale sarà la versione difensiva. In aula dovrà essere sentito solo un testimone. Va ricordato che il giudizio abbreviato è una forma di rito alternativo che consente all'imputato, in caso di condanna, lo sconto di un terzo di pena.
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