ENNA. Teneva oltre cinquanta uccellini, appartenenti a specie protette, stipati all'interno di un garage di Villarosa, rinchiusi nelle gabbie. Per questo è stato denunciato a piede libero, con l'accusa di bracconaggio, un villarosano di 21 anni, che non è riuscito a dare una spiegazione plausibile agli investigatori circa il modo in cui ne era entrato in possesso. Si è chiusa così un'operazione congiunta svolta dai militari della Stazione dei carabinieri di Villarosa e dagli ispettori del Distaccamento Forestale di Enna.
All'interno delle gabbie erano rinchiusi 42 canarini e 12 cardellini, che sono stati affidati dagli investigatori al Centro di recupero della fauna selvatica del Parco Ronza di Piazza Armerina. I volatili, come detto, si trovavano all'interno di un box nel centro del paese. Quando sono arrivati sul posto, Carabinieri e Forestali hanno provato a chiedere spiegazioni al giovane: una fattura, un documento che ne dimostrasse la provenienza lecita. Ovviamente però lui non è stato in grado di fornirne. Per questo si è beccato la denuncia, con un ipotesi di reato piuttosto grave, l'uccellagione, che è una forma di bracconaggio.
Gli uccelli come detto sono stati posti sotto sequestro e il provvedimento è già stato convalidato dall'autorità giudiziaria. Secondo gli investigatori, in sostanza, l'attività ha dei risvolti importanti nel campo della tutela ambientale, e anche per questo è stata svolta congiuntamente dalla Forestale, diretta dall'Ispettore ripartimentale Antonio Viavattene, e dai militari del comando provinciale dell'Arma, diretti dal colonnello Paolo Puntel. Il reato di uccellagione, secondo la giurisprudenza, si configura con «qualsiasi sistema di cattura degli uccelli con mezzi fissi, di impiego non momentaneo, e comunque diversi da armi da sparo (reti, panie, ecc.), diretto alla cattura di un numero indiscriminato di volatili».
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