ENNA. «Hanno scritto che il Comune ha dato un contributo alla Fondazione ”sine causa”. A Enna è sorta un’Università dopo 200 anni che non ne venivano istituite in Sicilia. E questo sarebbe ”sine causa”? Cosa dovevamo fare? Che cosa avrebbe dovuto fare di diverso la Fondazione, con i soldi che ha ricevuto?». Il presidente dell’Università Kore Cataldo Salerno, sino a pochi giorni fa è stato anche presidente dell’omonima Fondazione, al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato la Procura a iscriverlo sul registro degli indagati assieme agli altri amministratori e alcuni revisori dei conti. Nel mirino degli inquirenti c’è il contributo di 1 milione di euro dato dal Comune di Enna alla Fondazione, che per le Fiamme Gialle non finì mai nel conto dell’Università e fu destinato a scopi diversi rispetto a quelli per cui era previsto. E per questo è stato sequestrato il conto della Fondazione. «Il decreto di sequestro – dice Salerno – si basa su elementi lacunosi e dati errati».
Cosa intende?
«Si dice ad esempio che il Comune di Enna non ha rappresentanza nell’Università, mentre è rappresentato dall’avvocato Alessandro Scelfo. Ora si attende che il Comune rinnovi la designazione. Poi c’è un problema di virgole».
In che senso?
«Il decreto dice che il Comune deliberò 500 mila euro l’anno per la partecipazione alla Fondazione Kore, per favorire la costituzione dell’Università Kore di Enna. Mettere una virgola tra i due concetti significa sdoppiare le finalità, che invece è unica: partecipare alla finalità della Fondazione di costituire l’Università Kore. È un contributo alla fondazione, non all’Università. Secondo questa impostazione, la Fondazione sarebbe una specie di postino che prende i soldi e li gira. Allora perché non li versavano direttamente all’Università?».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia