AGIRA. Secondo la Procura sua moglie, una ragazza di appena vent' anni, era la vittima predestinata dei suoi violenti scatti d' ira. Non passava giorno, per gli inquirenti, senza che lui la insultasse, la minacciasse o la afferrasse con violenza per il collo, terrorizzandola e costringendola ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà, pure mentre era incinta.
Per questo, con le gravi accuse di maltrattamenti e violenza sessuale pluriaggravata, è stato rinviato a giudizio un agirino di 34 anni. E il processo si è già aperto, dinanzi ai giudici del Tribunale collegiale di Enna, presieduto da Giuseppe Tigano, a latere Alessandra Maira e Marco Min nella. L' imputato è difeso dall' avvocato Calogero Cavallaro, mentre l' ex moglie si è costituita parte civile, assistita dall' avvocato Cinzia Ingrà.
All' apertura del dibattimento non sono state avanzate questioni preliminari dalle parti e così i giudici hanno ammesso tutti i mezzi istruttori, disponendo che si entri nel vivo, con i primi testimoni del pubblico ministero Stefania Leonte, il prossimo 8 marzo. L' inchiesta, si ricorda, si era chiusa con un decreto di giudizio immediato emesso, su richiesta della Procura, dal Gip Elisabetta Mazza.
La prima dovrebbe essere un' udienza quasi tecnica, che partirà dall' esame degli investigatori che hanno condotto le indagini. Spetterà poi all' ex moglie, a ogni modo, il compito di salire sul banco dei testimoni e illustrare ai giudici il contenuto delle sue accuse. Secondo la Procura, in sostanza, quasi tutti i giorni lui l' avrebbe insultata, minacciata e percossa, alla presenza dei figli piccoli, uno dei quali di soli tre mesi. E, ancora, l' avrebbe ripetutamente presa a schiaffi e colpita a pugni, le avrebbe sbattuto la testa contro il muro, l' avrebbe presa per il collo e le avrebbe pure stretto le mani intorno alla gola rischiando di farla soffocare, rivolgendosi a lei sempre con epiteti e parolacce.
L' avrebbe inoltre minacciata di morte, dicendo frasi del tipo: "Sparerò a te e a tutta la tua famiglia". In preda a improvvisi scatti di rabbia, l' avrebbe inoltre costretta a chiudersi in casa impaurita e a chiedere aiuto alle forze dell' ordine, per sfuggire alla sua furia, che la spaventava a morte. In altri momenti, sarebbe stata costretta a riparare altrove, fuggendo da casa e portando con sé i figli minorenni. Per l' imputato sono state formulate inoltre le aggravanti di aver agito spesso ubriaco, oltre che alla presenza dei figli minori. Il tutto sarebbe avvenuto nel periodo compreso tra il marzo del 2012 e il 2014, quando è stata aperta l' indagine. Il processo si celebrerà a porte chiuse, dinanzi al Tribunale collegiale, proprio per la gravità delle accuse e la delicatezza della faccenda, che riguarda pure la violenza sessuale: avrebbe costretto la moglie a compiere atti sessuali completi anche mentre era incinta. Anche in questo caso ci sono ben due aggravanti: aver commesso il fatto ai danni del coniuge e ai danni di una donna in stato di gravidanza. Spetterà al processo il compito di accertare come sono andati i fatti.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia