PIETRAPERZIA. È stato archiviato come «insoluto» il caso dell’omicidio dell’allevatore Vincenzo Di Calogero, 41 anni di Pietraperzia, ucciso a colpi di fucile il 29 dicembre 2012 assieme al suo cane, in un fondo di contrada Cerumbelle, tra Enna e Pietraperzia, dove aveva portato a pascolare le pecore.
Dopodomani saranno tre anni esatti. E l’indagine per il delitto, che per diverso tempo è stata sul punto di transitare per competenza funzionale alla Dda di Caltanissetta, è stata chiusa a Enna come irrisolta. Del possibile trasferimento, invece, non è mai giunta alcuna conferma. Non ci sono mai stati indagati, né elementi nuovi che segnassero una svolta investigativa. A Di Calogero, descritto da tutti come una persona “buona”, che non si era mai sposato e aveva due fratelli e due sorelle, hanno sparato nel primo pomeriggio di quel maledetto sabato, almeno sei ore prima che fosse trovato il corpo, alle 22. L’autopsia rivelò che era stato ammazzato con due colpi di fucile calibro dodici a pallettoni, la tipica lupara. Ad oggi continua a apparire un delitto “perfetto”, forse opera di killer professionisti. Non sono stati trovati indizi, nonostante gli assassini abbiano attraversato circa trecento metri di terreno impervio.
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