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Medicina romena a Enna, Crisafulli batte i pugni: «È tutto in regola»

«Se siamo arrivati a questo punto, la colpa è solo del Miur che ha fatto terrorismo per indurre gli studenti a lasciare il corso»

ENNA. «Non esiste nessuna truffa. E gli studenti non si sentono affatto truffati. Rispettiamo il lavoro della Procura, che ritengo stia perseguendo un atto dovuto, in relazione a quanto sostenuto dal Miur, secondo cui i titoli non sarebbero legittimi. Questa vicenda alla fine si ripercuoterà contro il Ministero, che ha creato un clima di terrore e messo in moto un meccanismo fuorviante».

Risponde così Mirello Crisafulli, ex parlamentare e legale rappresentante della Fondo Proserpina Srl, all’indomani della sua iscrizione sul registro degli indagati della Procura per truffa aggravata ai danni degli studenti e di alcuni enti che sarebbero entrati in contatto con la Proserpina. Crisafulli martedì pomeriggio è stato sentito per quasi un’ora dai sostituti procuratori di Enna Giovanni Romano e Francesco Lo Gerfo, assistito dal suo avvocato, il penalista Giovanni Palermo.

«Su mia richiesta, abbiamo spiegato che non esiste alcun illecito, che è stato tutto compiuto nel solco della legalità e del rispetto delle norme del diritto comunitario e del “processo di Bologna”, da cui emerge che i titoli sono perfettamente legittimi, considerato che saranno rilasciati dalla Dunarea de Jos di Galatj, che è il soggetto che ha attivato i corsi in aula remota a seguito di una decisione formale del Governo della Romania, che mi risulta nessuno abbia mai messo in discussione. Del resto, se i ragazzi sono iscritti in Romania e fanno lezione a Enna, non mi pare che ci sia nulla di illegittimo».

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