ENNA. "Tutti gli indizi ci portano a ritenere che Lo Presti avesse almeno un complice. Vogliamo la verità per Vanessa". Giovanni Scialfa è il papà di Vanessa, la ventenne strangolata dal suo fidanzato Francesco Lo Presti il 24 aprile del 2012.
Fra poco più di un mese l'assassino reo confesso affronterà la Cassazione, a cui il suo avvocato ha chiesto l'annullamento della condanna, puntando sulla seminfermità e chiedendo di escludere un'aggravante. "L'idea che io mi sono fatto, ascoltando la confessione e avendola letta e riletta più volte - risponde Scialfa - è che non è possibile che una persona racconti i fatti per filo e per segno, descrivendo nei dettagli ciò che ha fatto, e possa essere ritenuto incapace di intendere e di volere. Ha pianificato tutto. Non credo che la Cassazione possa accogliere una tesi del genere. Siamo sicuri che era sanissimo".
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