ENNA. Avrebbe ripetutamente estorto del denaro alla madre, che vive con una pensione di 700 euro al mese, colpendola e spintonandola ogni volta che lei si rifiutava di dargli il denaro che gli serviva per andarsi a ubriacare. Per questo il presidente della sezione penale del Tribunale di Enna Francesco Paolo Pitarresi ha condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione e 1.200 euro di multa un trentacinquenne incensurato di Troina.
Dell’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Gullotta, non si riportano le generalità per non rendere identificabile la madre. Va puntualizzato, tuttavia, che il trentacinquenne è stato assolto dall’accusa di maltrattamenti. E questo perché l’arco temporale in cui sarebbero avvenuti gli episodi è limitato – una quindicina di giorni, tra settembre e ottobre 2015 – e si tratterebbe di situazioni episodiche.
Le aggressioni sarebbero consistite in “spinte” e “manate”, mentre è stato escluso, contrariamente a quanto era emerso sulle prime, che abbia mai scagliato oggetti addosso alla madre o l’abbia presa a calci e pugni. In un’occasione, lo scorso ottobre, la donna sarebbe stata indotta dal comportamento del figlio ad andare via da casa, rifugiandosi da un altro figlio. In aula, dinanzi al giudice Pitarresi, hanno deposto anche i carabinieri che sono intervenuti. Ma il vero testimone-chiave è stata la madre, «una donna sessantenne, sola e sofferente», l’ha descritta il giudice nella sentenza. Ha riferito di aver dovuto denunciare il figlio, ma di averlo fatto per tentare di aiutarlo a uscire dal tunnel dell’alcolismo, ché fino a quando non aveva il vizio di bere, lui, sarebbe stato un figlio “modello”.
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