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"Crollo di una gru nel cantiere", chieste tre condanne nell'Ennese

ENNA. Il 14 novembre di dieci anni fa una gru di tre tonnellate crollò al centro di un cantiere edile ad Enna bassa, dove erano in corso i lavori per la realizzazione del secondo lotto dell’ospedale Umberto I. Erano le 7,55 del mattino e in quel momento, per fortuna, sotto non c’era nessuno. A pochi anni dall’assoluzione di tutti gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, tra cui un ex commissario dell’azienda ospedaliera, si è chiusa ieri l’istruttoria del processo ordinario, dinanzi al giudice Vittorio La Placa, con tre richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero. L’ipotesi di reato è crollo e disastro colposo. Nel dettaglio sono stati chiesti 3 anni per Concetto Bosco Lo Giudice, 52 anni, di Santa Venerina, provincia di Catania, e per Paolo Currò, 50 anni, di Parma. Chiesti 2 anni, infine, per il cinquantenne leonfortese Giuseppe Spataro. La sentenza è in programma il 28 aprile.

Bosco Lo Giudice, difeso dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Carmelo Lombardo, è imputato in veste di presidente della società consortile Ospedale Enna, costituita dall’Ati che ha realizzato il secondo lotto. A lui è contestata la realizzazione del luogo di manovra assegnato all’addetto al braccio meccanico, che per l’accusa sarebbe stato scomodo. E la presunta omissione del montaggio di una “barra in ferro”, che avrebbe dovuto interrompere l’alimentazione dei motori. Currò, 50 anni, difeso anch’egli dagli avvocati Impellizzeri e Lombardo, è imputato da legale rappresentante della ditta che fornì la gru. Gli contestano di aver omesso di chiedere la verifica, al momento dell’installazione, e di aver permesso alla ditta di lavorare nonostante non fosse verificata la corretta installazione.

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