MESSINA. Il percolato della discarica di Cozzo Vuturo ha provocato un disastro ambientale, contaminando i terreni e le sottostanti falde acquifere.
Ne è convinta la Procura di Enna, che ha chiesto 3 rinvii a giudizio per l’inchiesta aperta a seguito dell’esposto presentato, due anni fa, da un gruppo di proprietari terrieri della zona circostante la discarica ennese, che hanno anche manifestato pubblicamente, trovando anche il sostegno del Movimento 5 Stelle, sia a livello locale che regionale.
Le richieste di rinvio a giudizio sono del titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Francesco Rio, che ha deciso di esercitare l’azione penale nei confronti di del quarantaduenne Salvatore Rindone, leonfortese, in veste di direttore tecnico dell’Ato Enna Euno, difeso dall’avvocato Angela Anello; del quarantaseienne Roberto Palumbo, catanese di Paternò, indagato in qualità di direttore tecnico di Sicilia Ambiente, difeso dall’avvocato Salvatore Timpanaro; e del trentanovenne catanese Luigi Lanza, nella veste di direttore dei lavori, difeso dall’avvocato Massimo Garozzo. Le ipotesi di reato per cui la Procura procede sono quattro.
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