ENNA. Voleva mettere da parte il denaro, ricavato attraverso fondi neri provenienti da fatture false relative ad alcuni lavori in corso alla Fiera di Milano. E in un caso, peraltro, sarebbe stato anche beccato mentre stava trasportando 420 mila euro in contanti, mentre si imbarcava sul traghetto Napoli-Palermo. Tutto questo, Liborio Pace, giovane pietrino residente in Lombardia, coinvolto nell’inchiesta su mafia e appalti coordinata dalla Dda di Milano, lo ha confessato.
Ciò che nega, Liborio Pace, secondo quanto trapelato a margine dell’interrogatorio, è di aver avuto alcun coinvolgimento negli affari di mafia di suo cognato Vincenzo Monachino e del fratello Giovanni, capimafia storici di Pietraperzia, ipotesi di reato che viene contestato a Liborio Pace come aggravante ai reati fiscali.
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