ENNA. In Tribunale ha retto il racconto della sua ex moglie, una giovane della provincia secondo cui l’imputato, un ennese, per quasi nove anni avrebbe reso penosa l’esistenza di entrambi, per i continui maltrattamenti fisici e psicologici a cui l’avrebbe sottoposta. L’avrebbe presa a calci, pugni e schiaffi, anche mentre era incinta e anche, non facendosi alcuno scrupolo, di fronte agli occhi attoniti dei loro figlioletti. Per questo adesso, nonostante sia piena estate, è uscita la sentenza di condanna, in primo grado, a 3 anni e 4 mesi a carico di un trentaquattrenne ennese, C.S..
La sentenza, va specificato, è complessiva, perché in continuazione con una precedente condanna già definitiva. L’ha emessa il presidente della sezione penale del Tribunale di Enna Francesco Paolo Pitarresi, che ha condannato in primo grado l’imputato anche al pagamento delle spese processuali e alla rifusione delle spese nei confronti della parte civile. Alla donna dovrà anche risarcire i danni, da quantificarsi dinanzi a un giudice civile. Si tratta di una storia che ha come scenario un paese della provincia, ma l’imputato è ennese e il processo si è svolto dinanzi al Tribunale di Enna, in composizione monocratica.
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