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"Legami tra imprese e mafia", altri 8 indagati a Leonforte

LEONFORTE. L’ultimo clan di Cosa Nostra avrebbe avuto a propria disposizione un insospettabile costruttore edile di Leonforte, il quale avrebbe segnalato appalti e lavori più consistenti, pronto pure a fare da mediatore con altri imprenditori e la cosca. Inoltre i mafiosi leonfortesi avrebbero pure tentato di controllare l’apertura di nuove imprese, impedendo, allo scopo di favorire un presunto “amico degli amici”, l’apertura di una nuova Ottica in città.

Sono i nuovi, clamorosi, sviluppi dell’inchiesta della sezione di Pg del Commissariato di Leonforte “Homo Novus”, che nel 2013 provocò 8 arresti e per cui, adesso, la Dda di Caltanissetta ha notificato 8 informazioni di garanzia a carico di cinque leonfortesi, ritenuti gli uomini del clan – il presunto boss Giovanni Fiorenza “sacchinedda”, il figlio Alex “u stilista”, Giuseppe Viviano “u catanisi”, Mario Armenio “l’olandese” e Angelo Monsù – e tre indagati a piede libero (i cinque, tranne Monsù, sono detenuti per altro), di cui per il momento non si comunicano le generalità.

Si tratta di un imprenditore edile, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa; e due persone operanti nel settore dell’ottica, titolare e dipendente di un’attività avviatissima, accusati di concorso in estorsione.

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