AIDONE. Stava praticando una forma estrema di free climbing, arrampicandosi a mani nude su una parete, nel cosiddetto «bauzu di San Nicola», che conosceva bene, perché l’aveva già scalata più volte. Ma giovedì sera ha perso il controllo ed è precipitato nel vuoto, da un’altezza di venticinque metri. Si è consumato così, l’altro ieri poco dopo le 18,30, il tragico destino di Giuseppe Palermo, un muratore quarantenne sposato e padre di tre figlie.
Una tragedia che lascia sgomenti amici e parenti, i quali in paese si sono già stretti attorno alla famiglia. Una passione travolgente, la sua per l’ebbrezza dello sport estremo, riscontrabile dalle foto che lui stesso postava sui social, dove appare sempre sorridente, anche se intento a mantenere l’equilibrio in posizioni decisamente complicate. Risale a un anno fa, infatti, un immagine che lo raffigura, alla vigilia di Ferragosto, nella stessa zona dove giovedì è avvenuta la tragedia, con pantaloncini jeans e senza maglietta, appeso in bilico tenendosi alla roccia.
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