ENNA. Le motivazioni presenterebbero alcune lacune: non risponderebbero a tutte le critiche mosse dagli avvocati alle tesi dell’accusa e non spiegherebbero adeguatamente perché agli imputati non debba essere riconosciuta l’attenuante che riduce la pena a chi è ritenuto colpevole di fatti di “lieve entità”.
Così la Corte di Cassazione ha annullato, ordinando un appello “bis”, la sentenza che ha condannato 18 persone al processo antidroga Nickname, dall’omonima operazione del Commissariato di Leonforte con cui, nel 2013, sono state sgominate due presunte organizzazioni criminali dedite al traffico di cocaina e marijuana in diversi paesi della provincia. Le imputazioni, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga alla detenzione ai fini di spaccio, e accuse minori. La Suprema Corte ha attentamente valutato sia il verdetto di primo che di secondo grado, il quale aveva lievemente ridotto le pene; decidendo che si debba tornare in aula.
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