Il Comune di Enna si salva in appello, evita di pagare un maxi risarcimento da 10 milioni a una ditta a cui era stata negata un’autorizzazione e scaccia i fantasmi di un inevitabile default.
È una sentenza che può fare scuola, quella emessa ieri dal Cga (organo di secondo grado della giustizia amministrativa), visto che casi analoghi sono pendenti anche contro la Regione, già condannata in primo grado a risarcimenti che vanno anche oltre i 10 milioni.
Il Comune - difeso dagli avvocati Salvatore e Luigi Raimondi ed Ornella Sarcuto - era stato condannato in primo grado a pagare un risarcimento da 10,5 milioni all’azienda agricola Cascio Mario&C per la mancata autorizzazione alla realizzazione di un impianto di energia fotovoltaica su serra. L’autorizzazione era stata chiesta nel 2010 e fu subito negata una prima volta. Poi fu chiesta una seconda volta nel 2012, grazie a una pronunzia del Tar, e concessa nel 2013 da un commissario ad acta nominato dal Tribunale amministrativo. Ma nel frattempo la ditta aveva perso gli incentivi per l’impianto. Da qui la perdita di interesse e la richiesta di un maxi risarcimento del danno (10,5 milioni) che il Tar di Catania aveva concesso.
Ricorsi analoghi sono ancora pendenti contro la Regione presentati da altre ditte e si attende proprio il secondo grado di giudizio per pagare. Ma ieri il Cga, almeno per il Comune di Enna, ha ribaltato tutto e ha negato il risarcimento. Ha innanzitutto spostato in avanti il termine dal quale sarebbe conseguito il danno visto che la ditta, nel corso del procedimento, aveva modificato il progetto originario. Inoltre, grazie a una verifica del ministero per lo Sviluppo Economico, il Cga ha accertato che il tempo per realizzare l'impianto e le opere di adeguamento della rete sarebbe stato non inferiore a 18 mesi. Dunque, se anche la ditta fosse stata autorizzata dal Comune non sarebbe riuscita a beneficiare degli incentivi.
Ciò che può far scuola, e che interessa la Regione, è che il rischio di default per effetto del risarcimento è stato perfino messo per iscritto. L’avvocato del Comune di Enna,Luigi Raimondi, ha presentato in giudizio una certificazione rilasciata il 31 luglio 2017 dal dirigente dell’area 3 – Risorse Finanziarie e Programmazione Economica – in cui si attesta che “l’ente non è in grado di coprire finanziariamente l’importo di 10.536.205 euro, a pena di dissesto ai sensi dell’art. 224 del D.lgs. 267/2000”.
Il Cga ha inoltre segnalato al consiglio dell’Ordine degli avvocati il legale dell’azienda, Salvatore Virzì, perché era stato componente della sezione consultiva del Cga e ciononostante ha accettato l’incarico.
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