Sono 11 le condanne definitive, conseguenti all'operazione “go kart” a cui ieri i Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, hanno dato esecuzione a Catenanuova e Paternò.
Gli ordini di carcerazione erano stati emessi dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Caltanissetta, all'esito del rigetto del ricorso per Cassazione, nei confronti di Mario Caputa, di 34 anni, Prosperino Di Marco, di 29 anni, Stefano Guagliardo, di 36 anni, Andrea Maugeri, di 29 anni, Michael Prestifilippo Cirimbolo, di 29 anni, Prospero Riccombeni, di 48 anni, Antonino Saccone, di 46 anni, Giuseppe Scaffidi, di 26 anni, Giacomo Spicuzza, di 38 anni, Carmelo Tirendi, di 25 anni, e Angelo Di Stefano, di 61 anni. Dovranno scontare pene detentive che complessivamente ammontano a 125 anni di reclusione.
"Gli odierni arrestati - spiegano al Comando provinciale dell'Arma di Enna, guidato dal colonnello Saverio Lombardi - fanno parte di una più ampia cerchia di persone sottoposte ad indagine, già tratte in arresto, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, dal Comando provinciale dei Carabinieri di Enna, nell'anno 2014, a conclusione di una vasta operazione antimafia, condotta al termine di lunghe e complesse indagini".
L'operazione di febbraio 2014 fu un maxi blitz antimafia, che all'epoca impegnò 300 carabinieri, colpendo duramente i traffici illeciti del clan Cappello tra le province di Enna e di Catania.
"Erano state evidenziate - ricorda il comando provinciale dei carabinieri - specifiche responsabilità a carico di quarantanove appartenenti, con il ruolo di capi ed affiliati, a quattro distinte associazioni di tipo mafioso, di cui tre facenti capo alla famiglia di Cosa Nostra della provincia di Enna, egemoni rispettivamente nei comuni di Catenanuova, Regalbuto e Centuripe, ed un'altra, anch'essa operante in Catenanuova, facente capo alla famiglia Cappello di Catania".
Le indagini, erano state coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta, e gli arresti erano scattati per esponenti, referenti e fiancheggiatori della potente cosca etnea nel territorio ennese, con varie contestazioni dall'associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
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