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Truffe tra Enna e Messina, 75 rinviati a giudizio nell'inchiesta "Armenti d'oro"

Un solo prosciolto, per non avere commesso il fatto e 75 rinviati a giudizio nell'operazione "Armenti d'oro" che a gennaio 2018 aveva portato in tutto l'Ennese e in alcuni Comuni del Messinese, a misure cautelari e sequestri patrimoniali per allevatori e responsabili di sportelli che si occupano delle pratiche per i finanziamenti in agricoltura. Le accuse contestate agli indagati erano associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dell'Agea e dell'Ue, falso e, per alcuni, riciclaggio e autoriciclaggio.

Il Gup del tribunale di Enna ha prosciolto tutti gli indagati dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ed ha dichiarato prescritte le ipotesi di falso e truffa ma solo per quelle antecedenti al novembre del 2013, disponendo il rinvio a giudizio per oltre 75 indagati. Unico prosciolto da tutte le accuse, Carmelo Amoruso 51 anni, ex vicesindaco di Nicosia (En), responsabile di un'associazione di categoria che si occupava delle pratiche di finanziamento.

I legali di Amoruso hanno dimostrato che altri soggetti avrebbero utilizzato le sue password per inserire le pratiche di finanziamento. I reati contestati sarebbero stati commessi utilizzando i "Caa", centri di assistenza agricola di Enna, Messina, Catania, Palermo, e Trapani, per l'acquisizione dei titoli che permettono di ottenere i contributi comunitari che vengono concessi sulla base dei terreni posseduti o utilizzati dagli imprenditori.

Le indagini, partite nel 2014, sono state coordinate dalla Procura di Enna e condotte dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Per i terreni dei quali veniva attestato il possesso o l'utilizzo, sarebbero stati presentati falsi contratti e false dichiarazioni di concessione in comodato. La truffa complessivamente ammonta ad oltre 4 milioni di euro.

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