Sono le lacrime di Noemi a rompere il silenzio sul sagrato della Chiesa per l’ultimo saluto alla zia ‘Concy’ e alla nonna Vincenza. Ma c’è tutta Pietraperzia, piccolo comune ennese, a salutare Concetta Mancuso, di 52 anni, e sua madre Vincenza Fontanella, 78, ultime vittime di una famiglia annientata dal Covid - nessuno era vaccinato - nella chiesa madre dove si svolgono i funerali.
Salvatore: «Mia moglie era terrorizzata»
E sulla famiglia sterminata dal virus gli stessi familiari avanzano dei dubbi. Salvatore, marito di Maria, morta il 22 gennaio, che è vaccinato ed ha avuto, insieme alla figlia Noemi il covid, dice: «Mia moglie era terrorizzata da questo vaccino. Ne avevamo parlato più volte ma le tante notizie di gente che era stata molto male e aveva avuto conseguenze nefaste la facevano desistere dal vaccinarsi». «Com’è possibile - continua Salvatore - che di cinque familiari, oltre a mia madre, nessuno si sia salvato? Perché al telefono, due giorni prima mi hanno detto che andava meglio, che comunque, il fatto che mia moglie non avesse altre patologie era un fatto positivo e poi mi hanno chiamato per dirmi che non c’era più?».
Uno dopo l'altro, non hanno avuto scampo
Il primo a morire è stato il marito di Vincenza, Michele Mancuso, 80 anni. Non è arrivato neppure in ospedale. E’ morto a fine dicembre prima che il 118 potesse soccorrerlo, nella sua casa. Poi è stata la volta di Maria, 54 anni, sorella e figlia delle ultime due vittime, il fratello Vincenzo 50 anni e Vincenza Guarnaccia, 91 anni, suocera di entrambe le sorelle Mancuso, che avevano sposato due fratelli. Per ultime, quando qualcuno sperava di riabbracciarle, Concetta e Vincenza. «Ma quale no vax e no vax - dice una vecchietta davanti la chiesa - E’ inspiegabile che tutta una famiglia sia morta. Di sei persone non si è salvata nessuna. Ci sono tante persone non vaccinate che hanno preso il covid e si sono salvate». «Con mia madre - dice Noemi - ci sentivamo ogni giorno. Qualche minuto perché non volevamo affaticarla. Fino all’ultima telefonata in cui il medico ci ha detto che l’avrebbero portata in rianimazione ma di non preoccuparci, perchè mia madre non aveva altre patologie. E dopo due giorni ci hanno chiamato per dirci che era morta». «Abbiano fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità - dice al telefono il direttore sanitario dell’Umberto I di Enna, Emanuele Cassarà - sono stati curati con tutti i mezzi farmacologici, e non, a nostra disposizione. Li abbiamo assistiti come facciamo con tutti vaccinati o non vaccinati».
Lo strazio di Noemi
«Non vi abbiamo più riviste , nè a te, zia Concy, né alla mamma, dalla fine di dicembre» dice Noemi in una lettera che ha letto al termine del funerale a nome suo e del fratello Antonio. Lei con quella zia aveva un rapporto speciale, forse anche per quel lavoro che un pò le accomunava. Estetista lei, parrucchiera la zia Concetta. «Ha tagliato i capelli a tutto il paese - ci dice Don Osvaldo Brugnone, il parroco della chiesa madre - Questa storia ha sconvolto tutti. Ha dell’inverosimile». A Pietreperzia la voglia di portare un fiore o di far sentire la vicinanza alla famiglia Mancuso vince sulla paura del covid. Già dal mattino in chiesa è un andirivieni di persone. Di Concetta, la prima a fare rientro nel paese ennese, dopo tanti anni in Belgio per lavoro, al seguito dei genitori emigrati negli anni ‘60, tutti raccontano il sorriso e l’affabilità. Era venuta in vacanza in Sicilia e si era innamorata di suo marito, Pino, che ora è disperato.
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