«Io amo mia moglie e la tragedia di oggi non c'entra nulla con quanto successo qualche anno fa con mio fratello Christian». Lo ha detto Francesco Arnone, marito di Laura Di Dio, 32 anni, fermata dai carabinieri per avere ucciso la suocera, Margherita Margani, di 62 anni.
Nel 2018, la famiglia Arnone si era resa protagonista di una sparatoria tra fratelli: Christian, fratello di Francesco, era intervenuto per difendere la cognata Laura, maltrattata dal marito mentre era incinta. L’uomo, che racconta che da mesi non lasciava più i suoi figli con la moglie per paura che potesse fare del male ai bambini, dice di avere fatto di tutto per la donna, anche dopo che, un anno e mezzo fa, aveva cominciato a manifestare disturbi depressivi. «Si alzava di notte - dice ancora - dormiva pochissimo e mangiava quando aveva voglia. Avevamo consultato un medico, ma lei non prendeva le medicine. Nei giorni scorsi avevo proprio pensato di rivolgermi a uno specialista».
Le indagini vanno avanti a tutto campo per accertare la dinamica dell’omicidio e il contesto familiare in cui sarebbe maturato. «Era un delitto annunciato», dice una vicina. Tra le righe emerge la figura di una donna, Laura Di Dio, abbandonata al suo destino. Dopo l’arresto del cognato, fratello del marito, intervenuto per difenderla dalle violenze, mentre era incinta, i rapporti in famiglia pare fossero peggiorati enormemente. Sicuramente con la suocera, con la quale per quattro anni non si erano più parlate, perché la madre di suo marito non le perdonava di essere stata la causa dell’arresto dell’altro figlio, Christian Arnone. Laura Di Dio, durante l’interrogatorio del sostituto procuratore Michele Bentintende, alla presenza del suo legale, l’avvocato Salvatore Timpanaro, avrebbe detto che spesso era la suocera ad occuparsi dei figli e che il marito, quando lei era sola, la chiamava in aiuto per vigilare sul suo comportamento nei confronti dei bambini. Laura avrebbe colpito la suocera con una serie di fendenti al collo e all’addome, ma nel corso dell’interrogatorio avrebbe dichiarato di essersi difesa dopo che la suocera l’aveva aggredita con un coltello. Per ricostruire la personalità della 32enne e il contesto in cui è maturato il delitto, carabinieri della compagnia di Piazza Armerina e della stazione di Pietraperzia stanno sentendo amici e parenti della vittima. La procura di Enna ha disposto l'autopsia.
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