Si è spenta la donna più anziana dell'Ennese. Iolanda Cagni aveva 108 anni e viveva a Piazza Armerina, dove era diventata un vero e proprio punto di riferimento per tutta la comunità. Per il suo sorriso, la sua saggezza e i suoi racconti, era diventata la nonna di tutti: era molto amata e in tanti, oggi 12 marzo, la ricordano con grande affetto.
Anzitutto il sindaco Nino Cammarata, che ha dato il triste annuncio sui social: «Donna di antico stampo, appartenente a una delle famiglie più antiche e prestigiose della città, ha vissuto buona parte della aua vita accanto allo sposo, il professore Liborio Capizzi, anche lui indimenticabile figura di gran signore - scrive il primo cittadino -. Condividevano insieme passioni e interessi e abitavano nell’avita casa di via Capizzi che proprio da questa famiglia prende il nome. Profondamente religiosa, fino a pochi anni addietro la si poteva incontrare a messa presso la chiesa di San Giuseppe, chiesa a cui la famiglia Capizzi-Cagni era da sempre molto legata».
Prosegue il sindaco: «La sua vita era vita improntata all’amore verso la famiglia, alla cordialità nei rapporti, al rispetto delle regole civili e religiose possa essere di esempio a tutti noi, in particolare alla giovani generazioni. Ai figli Enzo, Alberto ed Enrico e alle loro rispettive famiglie, giungano le più sentite condoglianze da parte dell’intera amministrazione».
Tantissimi i messaggi dei concittadini e di tutti coloro che l'avevano conosciuta: «Ho avuto la fortuna della amicizia sua e del professor Liborio per lunghi anni - scrive Giuseppe -. Persona dolce, cordiale, amabile, affettuosa, sempre col sorriso sulle labbra. Intrattenersi con lei e con il marito riempiva il cuore di serenità e gioia. Riposi in pace. All’amico Enzo e ai fratelli sentite condoglianze». Scrive Carlo: «Signora molto garbata e gentile di buongusto e signorile. Sino a qualche anno fa veniva al mercato a prendere la ricotta e formaggi da me. Condoglianze alla famiglia in primis, e alla città in quanto ha perso un pezzo di storia e un grande esempio». E ancora: «Non dimenticherò mai il suo dolce viso - aggiunge Salvina - il suo sorriso e il suo modo garbato e gentile nei miei confronti. In lei avevo ritrovato una nonnina».
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