«Tutti noi siamo qui alla ricerca di verità». Solo poche essenziali parole per Lidia Di Gangi, la preside del liceo scientifico Majorana Cascino che frequentava Larimar, alla fiaccolata in memoria della studentessa quindicenne la cui morte è ancora avvolta nel mistero a Piazza Armerina.
Il silenzio ha avvolto un serpentone di oltre mille persone che si sono ritrovate in piazza Falcone Borsellino. «Che sia benedetta», risuonava dalle casse di un autoparlante portato dai ragazzi, la canzone di Fiorella Mannoia ha fatto da sottofondo garbato ai passi lenti. Tanti giovani e in testa al corteo le compagne di pallavolo di Larimar che giocava nella polisportiva Armerinese.
È stato il responsabile della pastorale delle vocazioni, don Salvo Rindone, a condurre le tappe della fiaccolata, una sorta di Via Crucis interrotta dalle parole tratte dall’elogio della fragilità di Alessandro D’Avenia dinnanzi alla scuola della giovane e poi altra tappa la villetta Boris Giuliano, luogo di ritrovo dei giovani del paese. Il passaggio davanti al liceo di Larimar è stato salutato con il suono sordo e lungo di una sirena.
Un servizio completo di Ivana Baiunco sul Giornale di Sicilia di oggi
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