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Piazza Armerina, l’ex convento sta per tornare a risplendere

I lavori saranno completati l’8 ottobre, una data che coinciderà con il terzo anniversario della morte di padre Cipriano

PIAZZA ARMERINA. Si chiude l’8 ottobre il restauro dell’ex convento dei Frati Minori Osservanti di San Pietro, un appalto da quasi 3 milioni e mezzo di euro realizzato in tempi record per evitare la perdita dei fondi da parte della comunità europea. Una data che coinciderà simbolicamente con il terzo anniversario della morte di padre Vincenzo Cipriano, parroco storico di San Pietro che per anni si batté per il progetto e l’avvio dei lavori, in modo da trasformare l’ex convento in centro sociale, culturale e spirituale.

L’attuale parroco Ettore Bartolotta ha voluto rendere omaggio a questa importante coincidenza fissando un duplice appuntamento per l’8 ottobre: da una parte una celebrazione eucaristica alle 17.30 nell’adiacente chiesa di San Pietro, presieduta dal vescovo don Rosario Gisana, dall’altra la prima visita del cantiere ormai in fase di chiusura, con sopralluogo tra il chiostro e i due piani dell’ex sede dei Frati Minori Osservanti. L’ex convento del XVI secolo sarà trasformato in sala museale, ludoteca, centro sociale, foresteria e spazi per attività collettive. La struttura da tempo si presentava puntellata per ragioni di sicurezza al suo interno.

Il progetto messo a punto dai tecnici comunali ha portato in questi mesi al consolidamento delle strutture portanti, al rifacimento delle coperture e il ripristino delle volte, al restauro e trattamento protettivo dei paramenti murari a vista, la collocazione di infissi, servizi igienici, percorsi dedicati ai portatori di handicap, un ascensore interno e la cura del verde del chiostro interno all’ex convento. Anche pavimentazioni, tinteggiature e intonaci sono stati completamente rifatti durante l’intervento di recupero. Il convento fu edificato nel XVI secolo insieme alla chiesa omonima, diventando uno dei più importanti della città. Dopo le leggi di liquidazione dell’asse ecclesiastico, nel 1866, però, venne destinato a caserma dei carabinieri e diventò di proprietà comunale, con l’eccezione di parte dell’ala est che fu destinata al supporto alle attività religiose che si tenevano nella chiesa. I carabinieri vi rimasero fino agli anni ottanta.

Successivamente il convento fu abbandonato e divenne oggetto di un cantiere di restauro rimasto incompleto. A partire dagli anni novanta la parrocchia di San Pietro ha provveduto a rifare i tetti dell’ala est e a recuperare una parte dei locali. Adesso la sua rinascita su cui punta molto don Bartolotta: «Abbiamo avviato una raccolta pubblica di fondi attraverso i nostri fedeli, servono 50 mila euro per l’acquisto degli arredi necessari all’ex convento, per realizzare e mettere in pratica tutto il lavoro svolto da padre Cipriano il quale volle, progettò e avviò il recupero ora arrivato a completamento». «Devo dire che i fedeli stanno rispondendo fin da subito molto bene e in tanti si sono già offerti di fare la propria parte, mettendo a disposizione ognuno una piccola somma per contribuire ad acquistare ciò che serve», dice don Bartolotta. Intanto si pensa già all’esposizione al pubblico del grande affresco di pregio commissionato dai frati francescani ad un importante e ab ile pittore ignoto del XVI secolo, nel quale viene descritta con molti particolari la scena del processo di Caifa nel quale Gesù Cristo venne condannato a morte secondo la tradizione dei Vangeli. L’affresco è stato oggetto di nuovi e inediti studi di recente.

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