ENNA. L'attesa è finita. Oggi il popolo ennese riabbraccerà con immutata fede e commozione la sua patrona testimoniando un amore che il tempo non muta ma rafforza. Tutto pronto quindi per accogliere la grande ed emozionante processione della nave d'oro che questo pomeriggio percorrerà le vie della città da un' estremità all'altra portata a spalla dagli "i gniudi".
Già da questa mattina cento e uno colpi riecheggiano nel silenzio della città sonnolente per annunciare l' evento, oggi in città è la festa delle feste, dedicata alla Madonna della Visitazione. Nelle prime ore del mattino il Duomo, che custodisce la sacra immagine, è assediato da pellegrini e credenti, molti dei quali giungono in chiesa a piedi scalzi per chiedere una grazia o perché la grazia l' hanno già ricevuta.
Assieme a loro i confrati della congrega Maria Santissima della Visitazione, retta da Mimmo Valvo, seguono ogni fase di questa lunga giornata. Le sacre funzioni infatti si susseguono senza interruzioni, alle 6,30 la prima messa in Duomo, alle 10,30 c' è il solenne pontificale presieduto dal Vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e concelebrato dal clero ennese ed alle 12, alla presenza delle maggiori autorità civili e militari locali. Durante la mattinata avviene l' attesa professione di alcuni giovani confrati della confraternita che lasciano le loro vesti comuni per vestirsi degli abiti della congrega. Dopo l' intensa mattinata ritmata dal continuo suonare a festa delle campane e dalle marcette allegre della banda cittadina, altrettanto intenso sarà il pomeriggio.
L'inizio della processione è previsto come consueto alle 19 dalla Chiesa Madre, a sfilare per primi tra la folla le insegne delle confraternite ennesi che aprono il passo alla "Regina degli Angeli", con loro i simulacri di San Michele e San Giuseppe. La pesante nave d' oro attraverserà la via Roma per poi percorrere la Via Mercato dove inizia la fase più delicata e caratteristica della processione. Infatti nella "calata da Batiedda" i confrati della Visitazione con grande sforzo non trasporteranno il fercolo a spalla ma, per un tratto di strada, lo terranno molto basso con corde tese alla mano per recarsi verso Montesalvo.
Questo è l' ultimo tratto, il più faticoso. Gli ennesi resteranno con il fiato sospeso per tutto il percorso e le loro invocazioni si trasformano in una melodia. La fatica cessa al raggiungimento dell' Eremo tra gli applausi. Quest' anno uno strano mix tra sacro e profano dopo la processione e prima del concerrto con Mario Venuti, Miele e Analfino la città si fermerà di nuovo per tifale la nazionale.
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