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Il riso antico prodotto a Leonforte conquista i palati giapponesi

ENNA. Giornata alla Granfonte, in vista di uno scambio commerciale che si annuncia decisamente interessante, tra l'Italia e il Giappone, per quattordici imprenditori del Paese del Sol Levante, venuti in città su iniziativa di un giovane agricoltore leonfortese, profondo conoscitore della storia della gastronomia locale, Angelo Manna dell'azienda Agrirape.
"Si tratta di un gruppo di giapponesi che sta facendo un giro della Sicilia, visitando alcune realtà enogastronomiche d'eccellenza - spiega -. Alcuni sono importatori di prodotti italiani, tra cui una cuoca di un noto ristorante italiano a Yokohama".
Assieme alla sorella Melania, Angelo ha preparato una "degustazione di legumi, pesche e marmellata alla Granfonte". Ma il vero pezzo forte dell'Agrirape è il riso, un'operazione che è stata definita da alcuni di "archeologia agricola", perché Manna è riuscito a produrre, oltre un secolo dopo, il riso in Sicilia.
"Lo scambio commerciale è agli inizi - spiega Melania - ma il riso è una cosa che li ha letteralmente scioccati. Per il momento hanno acquistato delle campionature, ma sono molto interessati e contiamo di avviare presto uno scambio molto promettente". I visitatori provengono da tutto il Giappone. La produzione di riso, come detto, è stata un'idea di Angelo, ispirata alla storia di questa Terra.
"Il riso - ha spiegato il titolare - fu importato dagli arabi nel IX secolo, ebbe un fulgore nella piana di Catania e nell'Agrigentino, prima che le produzioni si interrompessero quasi di botto in era fascista, per motivi che a oggi rimangono oscuri". Per il riso il mercato è vastissimo, in Sicilia, terra di prodotti a base di riso, dalle arancine al timballo, dai sartù siciliani alle crispelle catanesi.

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