ENNA. Gli ennesi hanno depositi bancari per 1 miliardo 889 milioni di euro, un vero e proprio tesoretto, cresciuto dell’1,72 per cento nell’ultimo anno e di oltre l’8 per cento negli ultimi cinque. Denaro che, se fosse investito, potrebbe rilanciare l’economia della provincia.
In realtà però si tratta soprattutto di soldi che «non si toccano», perché riguardano i risparmi delle famiglie e degli imprenditori. In negativo, seppur lievemente, è invece il dato del denaro prestato dalle banche, in discesa costante da tre anni a questa parte. È esattamente l’opposto di quanto sta avvenendo per il risparmio, cifra in ascesa costante, nonostante la crisi congiunturale che ha messo in ginocchio interi settori produttivi: dal 2012 a oggi, dunque in cinque anni, si è registrata una crescita pari al 8,25 per cento.
A parlare chiaro sono i rapporti sull’economia regionale siciliana della Banca d’Italia. L’ultimo pubblicato cita dati, secondo quanto si legge nella legenda, riferiti «alle famiglie consumatrici e alle imprese» alla fine del 2016. Da qualche tempo, va evidenziato, è sempre complesso acquisire dati sul credito e sulla situazione finanziaria, in provincia di Enna, anche considerato che ha chiuso, oltre nove anni fa, la sede provinciale della Banca d’Italia, in piazza Garibaldi, per via della «spending review» decisa dall’allora governatore Mario Draghi, oggi numero uno della Bce.
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