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Il vescovo di Nicosia ai politici: "Basta clientelismi"

Monsignor Muratore ha lanciato il suo monito durante la Via Crucis: «Chi coltiva gli interessi personali ed il voto di scambio non vuole il bene della città»

NICOSIA. È con un forte monito contro il voto di scambio e il clientelismo che monsignor Salvatore Muratore, vescovo di Nicosia, ha chiuso il discorso ai fedeli a conclusione della seguitissima via crucis del Venerdì Santo. Come ogni anno la processione, che porta lungo le principali vie della città il Padre della Misericordia e la Madonna Addolorata, si è chiuso con il discorso del vescovo che quest’anno, in maniera particolare, ha toccato il cuore di molti anche per i riferimenti concreti alla vita della città che sta vivendo momenti di grande difficoltà, di “grigiore – ha detto monsignor Muratore - in cui in maniera depressiva ci stiamo chiudendo”. Ma se ci sono difficoltà e problemi da affrontare, dall’isolamento non solo viario alla crisi economica, la città si prepara anche alle elezioni amministrative per il rinnovo dell’amministrazione e del consiglio comunale.

«Vorrei che il passaggio del Crocifisso lasciasse un di più di passione per la città. La croce è un giudizio anche sul nostro modo di vivere la città e – ha concluso il vescovo Muratore nell’ultimo passaggio della sua densa omelia - sul modo di fare politica. Fare politica prima di tutto nasce da un amore viscerale per il nostro paese. Mi piacerebbe vedere gareggiare per chi ama di più la città, per chi ha di più nel cuore Nicosia e per chi vuole scommettersi disinteressatamente per il suo bene».
Il discorso del vescovo mira al cuore di un problema, o forse sarebbe meglio dire di un malcostume imperante, che riguarda la politica a tutti i livelli.
«Se ci sono ancora retaggi di cordate, della logica dei favori, dei posti e dei tornaconti, della burocrazia che vuole avere l’ultima parola, degli interessi personali, dei voti di scambio (io ti do il voto e tu mi dai quest’altro), allora – ha sottolineato il vescovo Muratore - bisogna stare molto attenti. Questo non è volere il bene della città».
Il discorso, però, non poteva che concludersi con un messaggio di speranza e con l’invito, a tutti, ad assumersi le proprie responsabilità: «Mi auguro che tutti noi, ognuno per la sua parte, possiamo avere un amore profondo e vero per Nicosia, un amore che riesca a schiarire il grigiore in cui in maniera depressiva ci stiamo chiudendo. Nicosia ha risorse per ripartire, crediamoci e lavoriamoci per il bene di tutti».

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