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Piazza Armerina, Pd "diviso" sul divorzio da Enna

PIAZZA ARMERINA. Il divorzio da Enna e il nuovo matrimonio con Catania spacca il Partito Democratico. L’adesione al libero consorzio della Città Metropolitana di Catania, il cui voto in consiglio è fissato per il 28 settembre, provoca forti fibrillazioni tra i democratici della città dei mosaici. Il segretario del circolo Ilenia Adamo aveva rivolto l’invito al presidente dell’aula Gianfilippo La Mattina a prendere tempo per una maggiore «riflessione ed approfondimento» sul tema. La legge regionale fissa a 90 giorni il termine in cui i consigli comunali devono deliberare.

«Che questo tempo venga utilizzato con consapevolezza e lungimiranza», aveva chiesto Adamo. La componente “renziana” del coordinamento, in tutto circa 12 dirigenti locali, tra cui i due consiglieri Teresa Neglia e Salvatore Alfarini, l’ex segretario Gianfranco La Porta e l’ex assessore Innocenzo Di Carlo, ha tacciato l’iniziativa come «unilaterale e personale« della segreteria. Il momento della riflessione è finito, dicono, è ora di agire e in fretta. La reazione della componente “pro riflessione” non si è fatta attendere, capitanata dall’ex sindaco Carmelo Nigrelli, dai consiglieri comunali Teodoro Ribilotta e Lillo Cimino, e dall’ex assessore Lina Grillo: «La richiesta di approfondimento e riflessione avanzata dal segretario Adamo, oltre che essere utile agli stessi consiglieri comunali che dovranno assumere la decisione in merito a una scelta importantissima che si ripercuoterà probabilmente per un secolo, l’adesione alla Città metropolitana di Catania, potrebbe essere utile per rendere più consapevoli i cittadini, ascoltare le rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, le rappresentanze del mondo della scuola».

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