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Ex Province in Sicilia, il Tar solleva la questione di legittimità costituzionale sulla proroga dei commissari

Il tribunale amministrativo ha deciso di inoltrare alla Consulta i ricorsi del Comune di Enna contro la presidenza della Regione e l’assessorato regionale agli Enti locali

Maurizio Dipietro

Il Tar di Palermo, presieduto da Salvatore Veneziano, ha deciso di inviare alla Corte Costituzionale gli atti relativi ai ricorsi del Comune di Enna contro la presidenza della Regione e l’assessorato regionale agli Enti locali in merito alle proroghe dei commissari del Libero consorzio comunale di Enna.

L’amministrazione del sindaco Maurizio Dipietro ha sollevato il problema dell’incostituzionalità della legge regionale in virtù del pronunciamento della Corte Suprema, che ritiene, sostanzialmente, illegittimo il rinvio delle elezioni dei Consigli metropolitani e dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali. Il ricorso è stato presentato nell’ottobre scorso contro il decreto presidenziale regionale del 15 settembre, che ha nominato il commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Enna, Carmela Madonia».

Secondo la tesi dei legali del Comune di Enna, il decreto presidenziale, al pari degli altri decreti già precedentemente impugnati, sarebbe illegittimo per violazione della Costituzione, là dove prevede nuovamente la nomina di un commissario straordinario per la gestione del Libero Consorzio Comunale, sino all’insediamento degli organi elettivi e comunque non oltre il 31 dicembre 2024.

In particolare, per l’amministrazione comunale il decreto di nomina del commissario straordinario violerebbe numerosi principi costituzionali, fra i quali «il principio di democraticità, in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare».
In sostanza, secondo il Comune, con un pronunciamento molto chiaro della Consulta, che spinge verso le le elezioni dei Liberi consorzi, l’ulteriore commissariamento degli enti è inammissibile. E questo vorrebbe dire elezioni immediate, come del resto sollecita la Corte Suprema.

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