Identificare nuovi target farmacologici per migliorare il trattamento nella pratica clinica nel campo dei disturbi cognitivi e delle malattie neurodegenerative. Su questo tema si sono confrontati ieri, nella “Sala Lazzati” della Cittadella dell’IRCCS dell’Oasi di Troina, numerosi specialisti e ricercatori del settore. In particolar modo – nel corso dell’incontro dal titolo “Drug discovery e ricerca traslazionale nelle demenze” organizzato dall’IRCCS di Troina e dall’Università di Catania e destinato agli studenti dei corsi di laurea in Farmacia e Chimica e tecnologia farmaceutiche – gli esperti hanno approfondito come, negli ultimi anni, lo sviluppo delle neuroscienze abbia progressivamente contribuito a chiarire le basi neurobiologiche delle demenze ed in particolare della malattia di Alzheimer.
«È indispensabile favorire la possibile integrazione tra processi di drug discovery e ricerca traslazionale nell’area delle demenze – ha spiegato il prof. Filippo Caraci, docente di Farmacologia del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute e delegato del Rettore al Trasferimento Tecnologico e rapporti con le imprese-Ambito bio-medico dell’Università di Catania -. La ricerca farmacologica è progressivamente cambiata e nuovi approcci sono oggi disponibili nei processi di “drug discovery” e “drug delivery”, ovvero sviluppo e veicolazione dei farmaci e, inoltre, al fine di consentire lo sviluppo di nuove molecole in grado di interferire direttamente con i processi patogenetici propri delle demenze. Proprio quest’ultimi processi rappresentano, per gli specialisti, una tappa essenziale per l’identificazione di nuovi target farmacologici e lo sviluppo di farmaci con innovativi meccanismi d’azione in grado di poter esercitare un’azione neuroprotettiva ed una maggiore efficacia clinica nelle demenze».
«Negli ultimi anni, soprattutto con la pandemia, la ricerca ha subito enormi cambiamenti ed è sempre più crescente l’esigenza di essere supportati da ciò che viene definita la “Medicina Traslazionale” che si basa sulla capacità di trasferire in modo rapido nuove conoscenze dalla scienza di base a quella biomedica, in modo da generare applicazioni diagnostiche e terapeutiche avanzate offrendo nel contempo nuovi strumenti di indagine» hanno aggiunto il Direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute dell’ateneo catanese, prof. Rosario Pignatello insieme con il Direttore scientifico dell’Oasi di Troina Raffaele Ferri.
«L’IRCCS Oasi e l’Università di Catania hanno avviato negli ultimi anni una proficua collaborazione in questo campo scientifico realizzando una piattaforma congiunta su diversi studi di tipo traslazionale soprattutto nel campo della malattia di Alzheimer – ha aggiunto il prof. Salvo Baglio, delegato alla Ricerca dell’ateneo catanese -. L’evento nasce proprio nell’ambito dell’accordo quadro tra l’Oasi di Troina e Università di Catania su iniziativa dell’Unità operativa di Ricerca di Neurofarmacologia e Neuroscienze traslazionali diretta dal prof. Filippo Caraci».
«L’Oasi di Troina, che da oltre trent’anni svolge attività di ricerca, essendo anche uno dei primi IRCCS nel sud Italia, presenta una struttura organizzativa peculiare che consente sia la programmazione della ricerca traslazionale, sia la formazione in quest’area specifica della medicina, grazie alla presenza di laboratori dedicati alla ricerca di base in combinazione con le strutture destinate alla ricerca clinica nei pazienti o anche su campioni di cellule ottenute dai pazienti» hanno aggiunto il presidente dell’IRCCS, Padre Silvio Rotondo ed il direttore scientifico Raffaele Ferri.
Nel corso dei lavori sono prima intervenuti i docenti Daniela Puzzo, Agata Copani, Giampiero Leanza dell’Università di Catania che hanno analizzato le basi neurobiologiche della malattia di Alzheimer ed il ruolo di beta-amiloide, attivazione del ciclo cellulare e sistema noradrenergico, mentre Giuseppe Caruso dell’IRCCS Oasi Troina e Università di Catania ha discusso il ruolo degli studi in vitro in questo campo ed il prof. Rosario Pignatello le nuove strategie di drug delivery nel trattamento delle demenze.
A seguire sono intervenuti il prof. Claudio Babiloni dell’Università “La Sapienza” di Roma sui nuovi biomarcatori EEG e la dr.ssa Filomena Cosentino e il dr. Raffaele Ferri dell’IRCCS Oasi Troina sugli aspetti clinici legati al trattamento delle demenze ed il ruolo del REM Sleep Behavior Disorder come possibile precursore delle demenze. Il prof. Filippo Caraci, infine, ha concluso i lavori con una relazione sulla depressione amiloide-correlata e le possibili strategie di neuroprotezione con farmaci antidepressivi.
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