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Tra gli "eroi" italiani premiati da Mattarella c'è il maratoneta di Regalbuto Vito Massimo Catania

C'è il maratoneta regalbutese Vito Massimo Catania tra gli eroi premiati dal presidente Mattarella, che corre spesso spingendo la sedia di una disabile affetta da atassia, malattia neurodegenerativa che impedisce la coordinazione di movimenti dei muscoli. Vito, insieme ad altri 33, è uno degli esempi reali e concreti di un'Italia semplice, dove integrazione e sacrificio spesso si fondono per fdar vita a opere di solidarietà e volontariato.

I più giovani hanno 26 anni, la più anziana invece è una donna di 93 anni che per tre settimane ha dato il suo contributo in Kenya come volontaria, nonostante bastone e problemi fisici. Ci sono agenti di polizia e civili, medici e maestri in pensione, imprenditori e sportivi. Tutti testimoni dei valori repubblicani promossi e sostenuti dal presidente Mattarella.

Tra i premiati compaiono i nomi di Igor Trocchia e Maria Rosaria Coppoli, due esempi di anti-razzismo. Trocchia, da
allenatore di una squadra del campionato Esordienti ritirò i suoi ragazzi in seguito ai ripetuti 'buuù razzisti dagli spalti, mentre la Coppoli, sarta e costumista Rai di Napoli, fu protagonista di un video virale in cui fermò gli insulti razzisti da parte di un ragazzo nei confronti di uno straniero. "Tu non sei razzista, sei str...», disse al giovane.

«Eroi» italiani anche il marocchino Mustapha El Aoudi e la romena Roxana Roman. Lo scorso 4 dicembre, il primo - venditore ambulante in Italia dal 1990 - intervenne in difesa di una dottoressa dell’ospedale «San Giovanni di Dio» di Crotone che era stata accoltellata da un uomo che l’accusava della morte della madre. Si oppose salvando la vita alla donna. Il presidente Mattarella ne ha voluto così premiare «il coraggio e l'altruismo», come si legge nella motivazione. Roxana, invece, salì agli onori della cronaca per aver denunciato i Casamonica che, nel giorno di Pasqua, devastarono il suo bar picchiando prima una disabile e poi suo marito, co-titolare del locale. Un gesto che - si legge nella motivazione - ha contribuito all’"affermazione della legalità».

Nella lunga lista del Quirinale c'è anche il veneziano Fabio Caramel. Il 26 enne decise di saltare una partita importante del suo Spinea, squadra del campionato dilettanti, per donare il midollo spinale ad una donna. Premiati anche altri tre sportivi, il triestino Davide Monticolo, il siciliano Vito Massimo Catania e la bergamasca Ilaria Galbusera. Il primo, ex cestista, ha fondato un’associazione per promuovere lo sport per disabili. Il secondo, invece, ha deciso di interrompere la propria carriera podistica per poter aiutare le persone disabili a vivere l'esperienza della corsa. Sono celebri i suoi video e le sue foto che lo ritraggono mentre spinge una sedia a rotelle di un amico durante le gare. La terza, capitano della nazionale  femminile di volley sorde, fu tra le promotrici di un video, divenuto virale, dell’inno d’Italia «cantato» con la lingua dei segni, ma è anche impegnata nel sociale a favore delle persone sorde.

E’ stato nominato cavaliere anche Riccardo Muci, l’agente della polizia stradale che la scorsa estate evitò la strage sull'A14, in seguito all’incidente che causò l’esplosione di un’autocisterna. Fu lui a fermare le auto, nonostante le ustioni riportate. Ufficiale è stata nominata invece Rebecca Jean Spitzmiller, 62enne fondatrice di Retake Roma, l’associazione di volontari che si occupa di ripristinare il degrado urbano nella Capitale. Onorificenza anche per il sociologo anti-caporalato Marco Omizzolo, da tempo sotto le minacce di morte a causa delle sue denunce di sfruttamento dei braccianti nell’Agro Pontino. Premiati anche Nilo Mattugini e Simonetta Stefanini, coppia sessantenne del Lido di Camaiore in prima linea per dedicare il loro tempo ai bambini e ragazzi in carico al Servizio Sociale. Riconoscimento anche per un’altra coppia, Roberto Luigi Giuseppe Crippa e Luisa Fricchione, di Tione, che hanno adottato otto giovani etiopi rimasti orfani in seguito alla guerra civile. Non mancano «eroi» promotori di cultura, come la preside di Martina Franca Roberta Leporati, promotrice di un progetto per avvicinare gli studenti alla lirica, e Antonio La Cava, libraio a domicilio nei paesi della Basilicata che non hanno librerie o biblioteche.

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