La «Partita con mamma e papà», l’atteso incontro tra i genitori detenuti e i loro figli, si svolge all’interno degli istituti penitenziari italiani nei mesi di giugno e luglio, ed è giunta alla settima edizione. Si gioca anche a Palermo, oggi (27 giugno) al Pagliarelli-Lo Russo e a Enna, e venerdì nel carcere di Caltagirone.
La Partita con mamma e papà è creata e organizzata dall’Associazione Bambini senza sbarre Ets in collaborazione con il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. La Partita con mamma papà e Carceri aperte si inscrivono, come ogni giugno, nella campagna europea Non un mio crimine ma una mia condanna del network europeo Cope (Children Of Prisoners Europe). La campagna vuole sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità per tutti i bambini e ha l’obiettivo di portare in primo piano il tema dei pregiudizi di cui spesso sono vittime i 100 mila bambini in Italia (2,2 milioni in Europa) che hanno la mamma o il papà in carcere e per questo sono emarginati. Sono bambini che vivono in silenzio il loro segreto sul genitore recluso nel tentativo di non essere stigmatizzati ed esclusi. Obiettivo principale di Bambinisenzasbarre, perseguito da vent'anni, è il «mantenimento del legame tra bambino e genitore detenuto», diritto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Per raggiungere questo obiettivo Bambinisenzasbarre ha creato, negli anni, strumenti specifici, dallo «Spazio Giallo» in carcere, al colloquio esclusivo, dai gruppi di parola al laboratorio artistico, all’azione molto coinvolgente dell’incontro tutto particolare «giocato dentro come se fosse fuori» (dal carcere).
L’azione è partita otto anni fa con l’adesione di 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti e si è tenuta tutti gli anni salvo la sospensione di due anni a causa della pandemia. Nel 2022 è stato raggiunto il numero di 82 incontri giocati in altrettante carceri e città, da Belluno a Palermo, da Roma a Cagliari, da Napoli a Bari, coinvolgendo migliaia di bambini e loro genitori detenuti, oltre agli agenti di polizia penitenziari, gli educatori, soggetti del terzo settore operanti nelle carceri, la cittadinanza, i media locali e nazionali.
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