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Tubercolosi bovina, è allarme a Enna bassa

Sono stati così affidati ai rispettivi proprietari, che però sono tenuti a osservare una serie di pesanti prescrizioni. Una sorta di affidamento fiduciario, ma non sarà necessario arrivare all’abbattimento

ENNA. Torna in alcune contrade di Enna bassa l'allarme per le cosiddette «zoonosi», le malattie animali che si insinuano negli allevamenti. Il sindaco Paolo Garofalo ha ordinato altri due sequestri di mandrie, nelle contrade Ciaramito e Lombardi, perché i veterinari hanno individuato l'esistenza di focolai della tubercolosi bovina. Decine di animali sono stati così affidati ai rispettivi proprietari, che però sono tenuti a osservare una serie di pesanti prescrizioni, perché le ordinanze dispongono il cosiddetto "sequestro fiduciario».

I provvedimenti inoltre riguardano anche le altre specie sensibili - non solamente i bovini - presenti in azienda. Gli animali ammalati non dovranno entrare in contatto altri capi di bestiame sani, non potranno essere mossi né si potranno riprodurre. Ma non sarà necessario giungere all'abbattimento dei bovini infetti: secondo gli esperti non si corrono rischi a mangiare le carni. Per l'ennesima volta dunque viene isolato il "mycobacterium bovis" negli allevamenti del centro Sicilia. Ma nel recente passato era avvenuto soprattutto nella zona dei Nebrodi, o comunque nella zona centro-nord della provincia di Enna, dove in certi casi vengono ancora praticati degli allevamenti allo stato brado.

La tubercolosi bovina, ricordano i veterinari, è una malattia cronica degli animali provocata da un batterio che gli esperti definiscono "imparentato" con gli agenti patogeni della tubercolosi umana e di quella aviaria. Può colpire tutti i mammiferi, provocando vari sintomi, fra cui un malessere generale, la tosse e anche, nei casi più gravi, la morte.

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