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Piazza, torna "a casa" la testa di dama dell'età Flavia

Era sparita dai magazzini di Palazzo Trigona nel 2006 e fu poi ritrovata l’anno successivo dai carabinieri

PIAZZA ARMERINA. Sarà restituita entro febbraio alla città dei mosaici la testa di Dama di età Flavia, opera in marmo del I/II secolo dopo Cristo, sparita dai magazzini di Palazzo Trigona nel 2006 e poi ritrovata l'anno dopo dai carabinieri della Compagnia. Rinvenuta all'interno dell'area archeologica della Villa Romana del Casale negli anni cinquanta, attualmente la scultura è esposta al museo di Palazzo Varisano a Enna.

Il sindaco Carmelo Nigrelli ha già scritto alla Soprintendenza chiedendo di riportare la statua a Piazza per essere esposta nell'ambito della Mostra permanente «Marmi colorati e marmi ritrovati», ottenendo l'impegno che ciò sarebbe avvenuto al momento del trasferimento della mostra a Palazzo Trigona, sede del Parco Archeologico della Villa. «Adesso l'impegno va mantenuto», ha detto il primo cittadino. L'esposizione permanente «Marmi colorati e marmi ritrovati», infatti, curata dagli archeologi dell'Università di Roma la Sapienza, con marmi, statue, ceramiche, metalli e monete della Villa Romana tardo-antica del Casale e di epoca medievale, è stata trasferita dal palazzo comunale a Palazzo Trigona e nelle prossime settimane verrà allestita dentro i nuovi locali di piazza Duomo.

La testa di Dama di età Flavia sarà uno dei pezzi pregiati da esporre in città. Potrebbe essere Livia, la figlia dell'imperatore romano Tito, o Domizia Longina, la prima moglie dell'imperatore Domiziano. Secondo una scheda della Soprintendenza la testa femminile potrebbe avere il volto di una delle due donne romane dell'alta borghesia.

Per la scultura un ritorno a casa, visto che per decenni la Dama Flavia era rimasta sconosciuta ai più tra le casse dei magazzini del palazzo armerino. Poi il colpo di scena nel 2006. La statua sparisce dai magazzini di Palazzo Trigona in circostanze che ancora oggi non sarebbero state chiarite, in un periodo in cui di fatto l'edificio era ancora un vecchio contenitore da ristrutturare e restaurare. Per poi essere recuperata dai carabinieri a casa di un ricettatore prima di essere piazzato sul mercato delle opere trafugate destinato ai collezionisti. Il reperto archeologico, secondo stime effettuate dagli esperti, confermate anche dagli investigatori, avrebbe avuto sul mercato delle opere d'arte un valore sui 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire. Non è mai stata ritrovata, invece, una seconda statua, un ritratto virile della stessa epoca sparito nello stesso periodo.

La scoperta dell'ammanco delle due opere d'arte risaliva all'estate del 2006, quando una giovane laureanda aveva chiesto alla soprintendenza di Enna di poter visionare le due opere. L'accesso ai magazzini venne consentito, ma le statue non vennero trovate. "Palazzo Trigona deve cominciare ad essere visitabile ai turisti anche se con una esposizione assolutamente parziale, in attesa che la Regione finalmente riesca a finanziare l'intero Museo della Città e del Territorio", ha detto il sindaco Nigrelli. Nelle prossime settimane il direttore del Parco Archeologico, l'architetto Guido Meli, coordinerà la nuova disposizione dell'allestimento e la realizzazione dei nuovi pannelli espositivi in italiano e inglese.

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