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Nuovi tagli alla spesa farmaceutica: si risparmieranno 10 milioni all’anno

Il piano della Regione prevede entro tre anni una ulteriore riduzione dei consumi, stimata del 37 per cento

ENNA. Entro tre anni la spesa farmaceutica costerà un terzo in meno. Lo ha stabilito la Regione, fissando delle previsioni di spesa per tutta la Sicilia. E questo significa che il risparmio, in provincia di Enna, dovrebbe essere pari al 37 per cento entro il 2015. Si dovrà risparmiare anche su farmaci di largo consumo. Per realizzare il piano saranno fissati degli "obiettivi" da dare ai medici di famiglia. Tutti saranno tenuti a attenersi ai tetti massimi, in particolare per sette tipologie di farmaci, già individuate. In questo modo si dovrebbero risparmiare ogni anno 10 milioni 283 mila euro rispetto a quanto non si spenda oggi per i farmaci più costosi. Il calcolo è presto detto. Nel 2012 la spesa complessiva per i farmaci di "maggiore criticità", per usare la terminologia della Gazzetta ufficiale di venerdì scorso, è stata di 29 milioni 130.523 euro. Nel 2015, l'obiettivo da raggiungere è 18.847.085. In Sicilia si spende più che nel resto d'Italia per sette tipi di cure, scrive la Regione: i farmaci usati nel diabete, le sostanze ad azione sul sistema renina-angiotensina, le sostanze modificatrici dei lipidi, gli antibatterici per uso sistemico, i farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa, i farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie, e gli inibitori della pompa acida. Adesso però si deve risparmiare, perché il rapporto Osmed gennaio-settembre 2012 dice che le prescrizioni di medicinali sono maggiori rispetto alla media nazionale. Per questo la Regione, che ha elaborato tabelle riguardanti le varie Asp dell'Isola, ha stabilito che si fissino degli obiettivi. Ma in che modo intende raggiungerli? I direttori generali delle aziende sanitarie, si legge sempre nel decreto, dovranno provvedere a "individuare specifici obiettivi per i singoli medici prescrittori, ed eventuali sistemi da attivare in caso di superamento degli stessi, affinché a livello provinciale vengano raggiunti i valori previsti di cui all'allegato (che prevede il risparmio nel breve e medio periodo)". I medici, insomma, dovranno rispettare certi parametri, fissati dai direttori generali. L'elemento positivo è che non dovrebbe essere un calcolo ragionieristico, perché i vertici dell'azienda sanitaria dovranno giungere al calcolo dei parametri avvalendosi del supporto del coordinatore dell'area territoriale, del direttore delle cure primarie, del responsabile del servizio farmaceutico e dei referenti farmacisti e della medicina di base, per l'appropriatezza prescrittiva. E dovrà sentire i comitati aziendali di medicina generale, i comitati aziendali di pediatria e i comitati consultivi zonali per la specialistica ambulatoriale. Fatto ciò dovrà trasmettere all'assessorato una relazione e "rafforzare il controllo delle prescrizioni di tali medicinali, secondo le indicazioni riportate nelle relative schede tecniche".

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