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Chiudono Ostetricia e Ginecologia: a Leonforte si grida all’«attentato»

Il personale sarà trasferito a Nicosia

LEONFORTE. Entro dieci giorni medici, ostetriche e infermieri dovranno lasciare il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Leonforte, perché trasferiti a Nicosia. Il reparto di fatto chiude. E le donne che avessero bisogno di assistenza prenatale o ginecologica di vario tipo, in sostanza, potranno rivolgersi solo a ciò che resta: ambulatorio, day hospital o consultorio familiare, ma solo di mattina e solo dal lunedì al venerdì. E nel frattempo non ci sarà alcuna reperibilità. Una nota, indirizzata al personale del reparto, dispone che dal 10 giugno prendano servizio all'ospedale Basilotta di Nicosia. Il personale, in sostanza, viene trasferito. Nel caso dei medici, poi, alternandosi con tutti i loro colleghi del distretto Enna due, svolgeranno a Leonforte attività ambulatoriali e di day hospital. E c'è già chi insorge contro questo provvedimento, parlandone come di un «attentato al tessuto sociale leonfortese». Una lettera aperta, circolata l'altro ieri sera, reca la firma di quattro gruppi politici, Grande Sud, Pdl, Udc e Movimento della non violenza. Ma i rischi legati al ridimensionamento dell'ospedale Ferro Branciforti Capra sono stati e saranno oggetto di confronto tra tutti i candidati a sindaco di Leonforte - Salvatore Conoscenti, Francesco Romano, Francesco Sinatra, Filippo La Legname e Nino Mazzucchelli - in vista delle elezioni in programma il 9 e il 10 giugno. Di certo la coincidenza delle date, mai come questa volta, darà adito a discussioni. Il 10 giugno, infatti, previsto come primo giorno a Nicosia del personale di Ostetricia e Ginecologia leonfortese, coinciderà con la mattina del secondo giorno di urne aperte per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale. Il sindaco Pino Bonanno, in una nota, boccia categoricamente il provvedimento, facendo notare tra l'altro la coincidenza sospetta con la tornata elettorale. Per il primo cittadino, questa disposizione è «inopportuna, intempestiva e sbagliata, in quanto lascia completamente scoperta l'assistenza alle donne in gravidanza riducendo quello che fino ad oggi è stato un reparto di Ostetricia e Ginecologia a un semplice ambulatorio», «senza nessuna garanzia per il pomeriggio e i fine settimana, in quanto, per quello che è possibile capire, non viene prevista nessuna forma di reperibilità e di conseguenza non viene assicurata ogni eventuale forma di emergenza ed urgenza». Per queste ragioni Bonanno invita il commissario dell'Asp di Enna «a revocare immediatamente il provvedimento e a ascoltare la conferenza dei Sindaci della provincia di Enna prima di assumere ogni altra determinazione». E conclude: «Sia chiaro che non permetteremo di dismettere nessuna struttura ospedaliera se prima non si attueranno e attiveranno tutte quelle misure necessarie ed indispendsabili a garantire la salute e la sicurezza dei nostri cittadini, peraltro previste dalle norme sanitarie nazionali e regionali».

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