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Leonforte, il disavanzo sfiora i 2 milioni

LEONFORTE. Il Consiglio comunale approva a larga maggioranza il Conto Consuntivo 2013, pur con un disavanzo di 1 milione 810 mila euro, ma boccia per la seconda volta la proposta di un piano di riequilibrio dei conti avanzata dall’amministrazione.
L’aula rinvia l’esame dei correttivi all’approvazione del bilancio di previsione, nonostante il parere «non favorevole» del responsabile finanziario; e nonostante la situazione economico-finanziaria dell’ente sia nel mirino della Corte di Conti.
A confermarlo è stato il sindaco Francesco Sinatra, che ha riproposto - per la seconda volta in pochi mesi - il piano di riequilibrio, un prestito milionario a tasso zero per rimettere in moto il Comune; e che, in apertura del consiglio, ha affermato: «Stamattina sono stato convocato dalla Corte dei Conti sul Consuntivo 2012 e il Bilancio 2013. Abbiamo spiegato che l’ente ha dovuto fare ricorso all’anticipazione della Cassa depositi e Prestiti, e che in tal modo si sta provvedendo a pagare le utenze. Atteso che il consiglio comunale non ha avviato il riequilibrio, l’amministrazione ha dovuto ricorrere all’anticipazione con ulteriore carico di interessi».
Il disavanzo, va precisato, è stato forte nonostante un importante contenimento dei costi, di oltre duecentomila euro, nell’ultimo anno.
A illustrare i motivi del no al riequilibrio, cassato con un emendamento alla delibera di approvazione del consuntivo, è stato il presidente della Commissione bilancio del Comune, il consigliere del Pd Nino Di Naso, che ha sottolineato l’importanza di due voti diversi, il consuntivo e poi il risanamento, rigettando quello che ha definito il «tentativo di spingere a una soluzione forzata». La sua linea così è passata con dieci sì e 6 no, più un astenuto e tre assenti. Il voto favorevole del Pd al Consuntivo, poi, è stato annunciato dal capogruppo Salvatore Grillo, «visto il parere favorevole dei revisori dei conti». «È un atto complesso con conseguenze - ha detto Grillo -. Apprezzo il fatto di aver visto finalmente il sindaco combattivo, ma non percepisco nessuna condivisione: chiedo al sindaco di partecipare le scelte al consiglio comunale». Si annunciano tempi duri. Il sindaco, mentre si dibatteva ancora l’emendamento «boccia-riequilibrio», ha detto: «Non è più pensabile continuare ad arrampicarsi sugli specchi, perché il Comune sta morendo. Ci si può confrontare per un maggiore dialogo, ma oggi si deve decidere».
I correttivi, a questo punto, secondo il parere dei Revisori dei conti, possono essere tre: un voto «ter» per l’approvazione del piano di riequilibrio, che a questo punto potrebbe avere ancora una volta vita dura in aula; un’applicazione pluriennale del disavanzo in tre anni; o un piano di dismissione dei beni. Tre misure alternative, ma le ultime due potrebbero camminare di pari passo. La soluzione finale, poi, quasi un’ombra sinistra, è il dissesto economico-finanziario, ma significherebbe che la politica non è riuscita a porre rimedio. Intanto la Corte dei Conti resta in allerta.

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