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Acqua, rifiuti e Tasi: a Enna tempo di lacrime e sangue

ENNA. L'estate volge al termine e porta via con sé la voglia di spensieratezza e di divertimento. Chiuse, fra qualche settimana, queste porte si aprono quelle dell'autunno che annunciano lacrime e sangue per i cittadini ennesi. I primi fuochi già fra l'8 e il 10 settembre quanto prima il consiglio comunale dovrà approvare la Tasi e poi pubblicare la relativa tassazione sul sito ministeriale. Sarà una secchiata gelata da far ghiacciare le tasche degli ennesi. Lo ha confermato adenti stretti l'assessore al Bilancio Vittorio Di Gangi: «Rispetto all'Imu prima casa abbiamo valutato aumenti medi del 60/70 per cento».
Però a palazzo di città si sostiene che in alcuni casi, e non sarebbero pochi, gli aumenti che supereranno anche la soglia del cento per cento. Roma ormai non assicura più flussi economici decenti per i Comuni e quindi questi devono autofinanziarsi e la Tasi è chiamata a sopperire al costo vivo dei servizi indivisibili non a domanda diretta, esempio l'illuminazione pubblica. Il costo annuo è di 3 milioni e 700 mila euro, «ma - conclude Di Gangi - non ce la faremo a coprire tale cifra».
Da qui la necessità di aumentare considerevolmente le entrate tributarie del Comune.
Ma sui cittadini quello che pesa di più è il costo dell'acqua e dei rifiuti, il business degli anni 2000.
A ottobre AcquaEnna ritornerà alla carica per aver pagato il deposito cauzionale di 25 euro dall'utenza che già l'ha versato al precedente gestore.
Non è la somma che sposta è il costo complessivo del servizio idrico che affligge. Dal momento che la gestione è passata ai privati è diventato esosissimo. Basti dire che in provincia gli utenti fronteggiano fra i costi più alti d'Italia.
«Vivo in provincia di Trento - dice un'ennese Antonella Bonanno trapiantata al Nord - dove pago per il servizio idrico una media di 90/100 euro l'anno. E abbiamo a disposizione sia l'acqua potabile che quella non potabile». Un'altra signora che vuole rimanere anonima racconta che il figlio nel torinese paga, per il servizio idrico 50 euro l'anno per ogni componente della famiglia.
Ad Enna il costo per una famiglia media è di oltre 200 euro ogni tre mesi per avere acqua ad orari ridotti o a giorni alterni. Capitolo rifiuti dove c'è da registrare solo il disastro. Tariffe altissime e servizio pessimo. La stragrande maggioranza degli utenti si è appellata alla Commissione tributaria vincendo sempre. Questo vuole dire che chi ha gestito negli anni l'Ato rifiuti non ha seguito alla lettera i dettati notrmativi. Ma c'è di più. Corre voce che i commissari dell'Ato rifiuti e di Siciliambiente stiano per completare il loro lavoro sui bilanci delle società non presentati fin dal 2008. A breve le risultanze dovrebbero venire fuori e solo allora si potrà conteggiare nella sua essenza definita a quanti milioni di euro ammonta il disastro di dissennate amministrazioni. Sarebbero debiti da far tremare le gambe. Non a caso più volte nelle loro assemblee i sindaci dell'ennese hanno detto chiaro e tondo che sono debiti che potrebbero portare tutti e venti Comuni al dissesto finanziario. Insomma in autuno il default potrebbe essere dietro l'angolo e alla fine a pagare le conseguenze saranno sempre e comunque i cittadini.

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