ENNA. Appena arrivata al pronto soccorso, una giovane madre al nono mese di gravidanza scopre che il suo bambino è morto, prima ancora di venire al mondo.
È la tragedia che si è consumata lunedì scorso all’ospedale Umberto I di Enna, anche se la notizia è trapelata solo ieri, perché raccontata dal nonno del bimbo, S.L. di Valguarnera. Prima che il nonno contattasse i media, di questa storia, non si era saputo niente.
La famiglia ha sporto denuncia ai carabinieri di Enna, per conoscere la verità sul motivo per cui il cuoricino del piccolo ha cessato di battere. Dopo aver sporto denuncia, i familiari hanno conferito incarico di assisterli all’avvocato Sinuhe Curcuraci.
È proprio il nonno, si diceva, a raccontare l’accaduto. «Mia figlia era alla sua seconda gravidanza – racconta – e la prima era andata bene: ho una nipotina che sta benissimo e ha più di un anno. E fino a una settimana prima di quel pomeriggio andava tutto bene. Poi, lunedì, quando mia figlia ha sentito dei dolori, siamo andati al Pronto soccorso a Enna e i medici, appena giunti lì, hanno constatato che non c’era battito. Hanno ripetuto l’ecografia più volte, ma l’esito è stato uguale».
A quel punto la giovane è stata ricoverata e ha partorito. Il bimbo, effettivamente, era già morto. E adesso il nonno, così come tutta la famiglia, vuole vederci chiaro sul perché, dice, quando – una settimana prima – la ragazza era stata visitata in un altro ospedale, non dunque all’ospedale Umberto I, andava tutto bene. Sono interrogativi che a questo punto solo l’indagine che aprirà la Procura di Enna, e eventualmente l’autopsia, potranno chiarire. È evidente che l’indagine, secondo i familiari, dovrebbe riguardare la fase antecedente all’arrivo a Enna: «L’ospedale di Enna – dice lo stesso nonno – con la morte del bambino, secondo me, non c’entra».
S.L., però, vuole la verità su quello che è avvenuto prima. «Quando è stata visitata, il lunedì precedente, andava tutto bene e il bambino era vivo. Ci hanno detto solo che le analisi non andavano bene e alcuni valori erano un po’ alterati – prosegue – ma non hanno ricoverato la ragazza, né fatto altri controlli. Vogliamo che la magistratura chiarisca quello che è successo». La denuncia è stata presentata alla stazione ennese dei carabinieri.
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