ENNA. Dovranno occuparsi i giudici del Tribunale del Riesame di Caltanissetta del caso del cancelliere del Tribunale di Enna, A.G., fermato per concussione dai carabinieri, perché avrebbe chiesto indebitamente 500 euro a un avvocato per un inventario in un procedimento di interdizione. Al Tribunale di Libertà hanno fatto ricorso i difensori del cancelliere, gli avvocati Antonio e Francesco Impellizzeri, nonostante il Gip, revocando gli arresti domiciliari, abbia disposto solo una semplice sospensione dal servizio per due mesi. I difensori nel ricorso contestano tutto, partendo dal primo elemento: il reato ipotizzato.
Secondo loro, la Procura di Enna non dovrebbe contestare la concussione, ma un'ipotesi minore prevista dalla recente riforma dei reati contro la pubblica amministrazione: «Induzione indebita a dare o promettere utilità». Chiedono in pratica di derubricare il reato già adesso e procedere per un'ipotesi di gran lunga minore, fermo restando che la difesa si prepara a contestare anche questa: l'indagato, dinanzi al Gip, si è professato totalmente innocente.
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