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Enna, pagano le case ma non sono ancora proprietari

La richiesta di 60 acquirenti: «Ditta Tropea non rispetta gli obblighi di legge»

ENNA. L'impresa non ottempera ai suoi obblighi previsti per legge nei confronti di 60 acquirenti e parte di questi chiedono al Comune che gli revochi il diritto di superficie. La richiesta di questo nutrito gruppo di non ancora definitivamente proprietari degli alloggi verso l'ente locale viene fatta tramite il sindacato degli inquilini della Cgil riguardo all'impresa concessionaria che ha realizzato 60 alloggi di edilizia convenzionata in contrada S.Caterina a Enna bassa.

Una vicenda quasi “Kafkiana” quella cui sono andati finire queste persone. Da dodici anni i residenti di queste abitazioni vivono in una sorta di limbo, non possono chiudere l'atto di acquisto ed ancora oggi per arrivare nelle loro abitazioni attraversano “abusivamente” un terreno privato. E nel frattempo l'impresa non solo non ha realizzato le opere di urbanizzazione, ma per completarle ha richiesto ai proprietari, ulteriori somme rispetto alle originarie previste da contratto.

A quanto pare la stessa impresa avrebbe manifestato al Comune di Enna problemi con l'istituto bancario per l'attivazione del mutuo da accendere agli stessi proprietari. Ma lo stesso ente locale ha precisato che l'impresa non può richiedere nessun costo aggiuntivo a causa delle sue inadempienze e ritardi per la conclusione del programma costruttivo. Ma dalla ditta è arrivata la risposta che per lei le opere di urbanizzazione sono da considerarsi terminate.

Ed in questo “palleggio” di competenze i soli penalizzati sono gli acquirenti, che non possono ancora sentirsi proprietari. Nei mesi scorsi l'impresa avrebbe proposto al Comune di completare le opere di urbanizzazione pari a circa 40 mila euro “spalmando” il costo su tutti i 60 acquirenti con questa quota che sarebbe stata poi defalcata dal debito che gli stessi hanno nei confronti della stessa impresa. Ma per la segretaria provinciale del Sunia Cgil, Giovanna D'Alia ciò non è possibile poiché gli acquirenti nei confronti dell'impresa non hanno nessun debito, ma hanno da pagare solamente il mutuo nei confronti dell'istituto bancario. «Dopo quasi un anno di incontri trattative il risultato è sempre lo stesso – commenta Giovanna D'Alia - quello che non sono mai stati presi provvedimenti volti a fare assumere le responsabilità alla ditta concessionaria. Chiediamo che il Comune revochi la convenzione e si riappropri del ruolo e dei poteri che la legge in materia di edilizia convenzionata gli attribuisce».

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