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Giro di baby squillo nell'Ennese, riprende il processo: quattro alla sbarra

Una quindicenne ha chiesto un risarcimento da 200.000 euro

PIAZZA ARMERINA. È il mese della verità per il processo "Pandemia", sul giro di prostituzione minorile sgominato dalla Squadra Mobile un anno fa.  La vittima è una ragazzina di quindici anni del capoluogo, che si è costituita parte civile e ha anche chiesto agli imputati un risarcimento danni da 200 mila euro. Il processo in questi giorni riprende con le ultime arringhe, fra cui quella del difensore della principale inquisita, la quarantenne L.B., ritenuta la sfruttatrice. Alla sbarra ci sono poi quattro ennesi che vengono ritenuti i «clienti».

A difendere la presunta maitresse è l'avvocato Franco Puzzo del foro di Enna. Lontana zia della presunta vittima, l'imputata avrebbe portato con sé la nipotina nei suoi incontri sessuali a pagamento: è accusata di sfruttamento della prostituzione e per lei il Pm della Dda di Caltanissetta ha chiesto 10 anni di reclusione. La sentenza sarà emessa dal giudice di Caltanissetta David Salvucci il 20 gennaio. I presunti clienti, in certi casi, sono stati indicati dalla stessa vittima, mentre altri sono stati "incastrati" dalle intercettazioni svolte dalla Squadra Mobile.

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