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Rapinavano donne all'uscita dalle Poste nell'Ennese, arrestati 3 catanesi

ENNA. I carabinieri dei comandi provinciale di Enna e Catania hanno arrestato tre pregiudicati catanesi accusati di aver rapinato più volte donne all’uscita di uffici postali. Si tratta il Francesco Buscema di 30 anni Francesco Zappulla , di 65 anni  e  Antonino Zappulla di 32 anni.

I tre sono ritenuti responsabili di aver compiuto, lo scorso 18 aprile 2016 a Regalbuto (En) due tentativi di rapina in danno di due donne. I  rapinatori hanno agito sempre con la stessa tecnica: hanno idividuato la vittima all’interno dell’ufficio postale e dopo essersi assicurati che le donne avessero prelevato cospicue somme di denaro, le hanno pedinate. Quando si trovavano lontane da occhi indiscreti le hanno minacciate con violenza e rapinate della borsa e dell’oro che indossavano.

Una banda di veri e propri specialisti in rapine a persone indifese. Le accuse sono tentata rapina aggravata lesioni personali e danneggiamento. Le indagini hanno permesso di ricostruire le modalità delle rapine. La banda composta da Francesco Buscema,  Francesco Zappulla, si è spostata  a bordo di un Suv nero, mentre  il figlio Antonino  Zappulla era a bordo di uno scooter di grossa cilindrata. Tutti insieme hanno raggiunto  l’ufficio postale di Regalbuto. Francesco  Zappulla ha individuato  le vittime all’interno dell’ufficio postale. Quando la vittima è stata trovata, ha fatto  un gesto ai due complici.  Buscema  è scenso dal mezzo e ha cominciato a pedinare la prima vittima, seguito dal complice Antonino  Zappulla a bordo dello scooter, e appena rapinata sono scappati.
La prima donna, pedinata per diversi metri, si è accorta della presenza dei soggetti ed è riuscita a scappare. Ma la banda, con le stesse modalità, ha deciso di individuare  un’altra malcapitata che, dopo essere uscita dall’ufficio postale, è stata pedinata e poi rapinata della borsa e dell’oro. Ma la vittima ha reagito e ha cominciato a gridare e a dimenarsi.  Buscema e Zappulla  si sono dati alla fuga a bordo dello scooterone, protetti dal padre che alla guida del Suv nero.

Le indagini sono state condotte mediante l’analisi delle immagini delle telecamere e il riconoscimento diretto degli indagati. I tre sono agli arresti domiciliari.

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