È attesa per oggi pomeriggio la sentenza di primo grado nel processo che si celebra al tribunale di Enna contro don Giuseppe Rugolo (nella foto), il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata su minori. L’indagine condotta dalla squadra mobile di Enna è stata avviata quattro anni fa in seguito alla denuncia di Antonio Messina, una delle presunte vittime, che è stato denunciato per diffamazione dall’imputato insieme a quattro giornalisti e al presidente di Rete l’Abuso, Francesco Zanardi.
Nel processo, oltre alla presunta vittima, si sono costituiti parti civili anche i suoi genitori, la Rete l’Abuso e l’associazione Contro Tutte le Violenze, mentre la Diocesi di Piazza Armerina e la parrocchia di San Giovanni Battista di Enna devono rispondere civilmente. Dopo la denuncia di Antonio Messina, oggi trentenne, nel corso delle indagini, sono emersi altri presunti abusi a danno di altri giovani.
Il pm Stefania Leonte ha chiesto la condanna a dieci anni dell’imputato. «Comunque vada - ha detto il pm nel corso della sua requisitoria - Antonio oggi ha vinto, ha vinto il coraggio di questo ragazzo di affrontare l’incubo della sua adolescenza, perché non si è fermato davanti al timore di non essere creduto e al pregiudizio della gente, perché ha presentato la denuncia per un senso di dovere nei confronti di se stesso e dei suoi coetanei, che avevano subito i suoi stessi abusi e dei tantissimi adolescenti che frequentavano il gruppo sotto l’egida di Rugolo».
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