NICOSIA. Il Consiglio comunale e amministrazione con Coldiretti contro il trattato Ceta (Comprehensive economie and trade agreement) per difendere l’economia agricola locale.
Il trattato, recentemente negoziato tra Unione Europea e Canada, mira a liberalizzare gli scambi tra i due mercati continentali, accordando - questa la preoccupazione di Coldiretti sposata dall’amministrazione locale nicosiana - a livello internazionale il via libera alle imitazioni dei prodotti tipici e «spalancando le porte all'invasione di grano duro e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero».
Sempre Coldiretti fa sapere che con la prospettiva dell'entrata in vigore del Ceta è aumentata, in Italia, del 15% l’importazione di grano duro del Canada solo nei primi due mesi del 2017. Ma oltre al grano il trattato dà il via libera all’importazione, a dazio zero, per circa 75 mila tonnellate di carni suine e 50 mila tonnellate di carne bovina dal Canada, dove vengono utilizzati ormoni per l'accrescimento vietati in Italia.
Dall’accordo emerge che all'Italia sono riconosciute 41 indicazioni geografiche contro gli attuali 291 Dop e Igp, per Coldiretti questo porterebbe a gravissimi impatti sul piano della perdita della qualità dei prodotti locali.
Il 24 luglio scorso il punto era stato discusso in Consiglio comunale, aveva ottenuto 10 voti favorevoli, due astenuti e il solo voto contrario del consigliere di Forza Italia, Filippo Giacobbe. Il 14 agosto anche la giunta comunale ha approvato il documento della Coldiretti in difesa delle specificità locali e della tutela di quella importante fascia economica che è il primo settore dell’economia locale.
La Coldiretti di Enna ha inviato a sindaci e presidenti dei consigli comunali dei Comuni della provincia una proposta di delibera, invitandoli ad una discussione che condivida la sua azione contro il Ceta il cui iter arriva da lontano.
I negoziati iniziarono nel 2009 e il trattato fu firmato ad ottobre 2016. Per l'Unione europea il trattato, che è stato approvato dal Parlamento europeo il 15 febbraio scorso, entrerà in vigore il 21 settembre prossimo, in via provvisoria perché deve essere ratificato dai parlamenti nazionali dei 28 Stati membri e di alcuni regionali, per un totale di 38 assemblee. Se anche una sola assemblea bocciasse l'accordo, l'applicazione definitiva del Ceta non sarà più possibile e il trattato non potrà entrare in vigore in via definitiva.
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