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Enna, nasce la stazione ferroviaria integrata con la rete urbana

La Kore di Enna

Trovare possibili soluzioni tecnologiche, procedurali e finanziarie in grado di consentire di integrare la nuova stazione ferroviaria di Enna nella rete urbana della città, e in particolare con quelle stradale e dei servizi pubblici di mobilità.

È stato il tema al centro della prima riunione di un’apposita conferenza che si è tenuta nell’università Kore su iniziativa del presidente dell’ateneo, Cataldo Salerno, che l’ha coordinata. Vi hanno partecipato, oltre al mondo accademico, Salvatore Leocata per Rete ferroviaria italiana, Salvatore Vanadia per Italferr, Alessandro Scelfo per l’omonimo gruppo, e Filippo Palazzo in qualità di commissario governativo per la realizzazione della linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina. È stata scartata, da tutti, la fattibilità tecnica della proposta votata dal Consiglio comunale di Enna di una stazione a circa 250 metri sotto terra perché la massima profondità su una linea ferroviaria è attualmente di 80 metri. È stato anche evidenziato che, in presenza di una tratta già in fase di appalto imminente, risulterebbe proibitivo rivedere l’intera progettazione.

La proposta di lavorare su ipotesi in grado di integrare la nuova stazione nella rete urbana di Enna è stata particolarmente sostenuta da Scelfo e favorevolmente accolta dai partecipanti, anche se resta ancora il compito di individuare i modi migliori per farlo. Alcune soluzioni sono state avanzate da professori dell’ateneo che hanno evidenziato l’importanza di collegare la stazione con il centro di Enna Bassa, i due poli dell’università Kore e il futuro Policlinico. Dopo circa tre ore di dibattito i partecipanti alla conferenza hanno deciso di tornare a rivedersi a breve per lavorare sulle tracce indicate. Lo scopo, spiegano i promotori dell’iniziativa, rimane quello di «rendere la nuova stazione di Enna utile e di pregio, e non un’opera da abbandonare in aperta campagna», e che "contribuisca alla mobilità dei cittadini, dei turisti e degli studenti da e verso la città capoluogo e il suo entroterra, facendola divenire fattore di sviluppo economico e sociale».

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